Tagliacozzo, i 3 dissidenti rifiutano l’assessorato

Amministrazione comunale in crisi. Il consigliere Amicucci: non siamo in vendita Pendenza e Rossi consigliano al sindaco di dimettersi per tornare alle urne

TAGLIACOZZO. Sfuma la speranza del sindaco Maurizio Di Marco Testa di rimanere in sella, dividendo il gruppo dei dissidenti e facendo "campagna acquisti" tra le opposizioni.

Verso i tre consiglieri (Alfonso Gargano, Paolo Rapo e Antonio Amicucci) che hanno messo in crisi la maggioranza, il primo cittadino ha tentato di giocare la carta dell'assessorato, anticipando, però, a priori, l'esclusione di Gargano, perché, ha spiegato «deve fare ancora penitenza».

La risposta non si è fatta attendere. In una nota, Antonio Amicucci, a nome del gruppo "Vivi Tagliacozzo", fa sapere che nessuno dei tre componenti «è in cerca di poltrone» e tantomeno «si venderà per un assessorato».

«Il gruppo», aggiunge Amicucci, «fa quadrato attorno al proprio capogruppo, Gargano, considerato dal sindaco alla stessa stregua di un bambino che il maestro, per castigo, mette dietro la lavagna a fare penitenza».

Amicucci spiega poi il motivo della rottura con la maggioranza. «Siamo stati messi subito da parte dall'attuale giunta», lamenta, «le decisioni venivano prese senza interpellarci. Noi dovevamo solo votarle. Il nostro obiettivo, pertanto», conclude Amicucci, «non è quello di giocare allo sfascio, ma rilanciare l'attività amministrativa. Ciò sarà possibile solo se verremo coinvolti nelle scelte».

Il messaggio è chiaro. O si volta pagina o il sindaco non potrà contare sul sostegno del nuovo gruppo. "Vivi Tagliacozzo", dunque, lascia aperto uno spiraglio che Di Marco Testa, nell'incontro col gruppo previsto per lunedì, farebbe bene a cogliere. Non ha altre chance. Se spera, infatti, nel "soccorso" delle opposizioni, è fuori strada. «Chi farebbe un investimento su una barca che sta affondando?», si chiede il capogruppo della lista civica, "Tagliacozzo, prospettiva futura", Giampietro Pendenza, "il sindaco non ha più la maggioranza. Perché, come aveva promesso all'inizio, non si dimette, invece di avviare il mercato delle vacche? In questo modo dimostra di essere attaccato alla poltrona e di avere paura di nuove elezioni».

Bruno Rossi, capogruppo del Pd, dopo avere definito «molto grave» la situazione amministrativa e ribadito il suo "no" «a qualsiasi compromesso», suggerisce al sindaco di "dimettersi. Quindi convochi il nuovo gruppo e le opposizioni e, se non ha i numeri, sciolga il consiglio».

« Meglio il commissario», conclude il capogruppo del Partito democratico, «che lasciare il Comune alla deriva».

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