Tagliacozzo, tremila persone per il Volto Santo / Le foto
Si rinnova il rito della benedizione e del bacio all’effige sacra di Gesù Cristo
TAGLIACOZZO. I bambini che alzano al cielo uova di pasqua, "cavallitti" e "palommelle", il sacerdote che impartisce la benedizione stringendo tra le mani la sacra effige del "Volto santo", l'acqua della fontana che in quel momento schizza in alto superando gli antichi palazzi. Tutto questo e molto di più è la "Festa della benedizione", sempre uguale eppure dopo decenni sempre così diversa ed emozionante.
Ieri si è rinnovata nel giorno della domenica in Albis, cioè la prima dopo Pasqua, la suggestiva festa della tradizione cittadina alla presenza, nella centralissima piazza Obelisco, di circa tremila persone. Il quadro raffigurante l’immagine del Cristo sofferente impressa sul velo della Veronica, la pia donna che sulla strada del Calvario volle asciugare il volto del salvatore dal sangue e dal sudore della passione, è stato portato in processione dai sacerdoti e sotto il baldacchino bianco, a significare il rispetto e l’onore che la città tributa a questa icona, elevata al rango di sacra reliquia.
Solo ai sacerdoti è data la possibilità di trasportare in processione la raggiera e ai cittadini più in vista, o che da generazioni svolgono quel ruolo, viene data l'opportunità di sorreggere il sontuoso baldacchino che ombreggia il "reliquiario". Sul retro del quadro c'è scritto: "Questa Sacrosanta Immagine l'ha toccata il Sacratissimo Volto Santo di Nostro Signore Gesù Cristo che si conserva nella basilica vaticana in Roma ed è la sua vera effige".
L’immagine è custodita dalle monache di clausura nel monastero dei Santi Cosma e Damiano. Sono loro che preparano i dolci a forma di cavalluccio e di colombina con una ricetta da sempre inimitabile. Il sabato prima della domenica in Albis viene consegnata nelle mani del sindaco e poi esposta in chiesa. Così anche quest'anno, ieri mattina, dopo la messa, è stata portata, in processione, fino a piazza Obelisco per la benedizione, impartita quest'anno da don Antonello Corradetti.
Proprio in quel momento, mentre dalla fontana si sono elevati alti zampilli, i bambini (e anche gli adulti) hanno alzato in aria "la palommella co' jo cavallitto" (come cita la canzone di Luigi Venturini) ma anche le uova di Pasqua non ancora aperte.
In processione solenne il corteo ha fatto ritorno nella chiesa madre dove nel pomeriggio è stata celebrata la messa vespertina. Al termine della liturgia, il primo cittadino, Maurizio Di Marco Testa, ha preso il quadro e lo ha presentato ai fedeli per il solenne omaggio del bacio. Dopo averlo baciato a sua volta, come da tradizione, lo ha affidato alla madre badessa delle monache benedettine che insieme alle consorelle lo ha preso per custodirlo fino alla prossima domenica in Albis.
L'effige fu donata dai principi Colonna alla "municipalità" tra il XVII ed il XVIII secolo. Da allora, ancora oggi, il Comune provvede a organizzare la festa e le monache di clausura lo tengono in consegna. (p.g.)
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