Tangenti, indagato a Milano il patron della Santa Croce
Canistro, perquisiti gli uffici di Camillo Colella, imprendotore dell'acqua e candidato alla presidenza della Regione Molise. È accusato per una tangente da 700mila euro. Il legale: clamoroso equivoco
CANISTRO. Perquisiti uffici e abitazione di Camillo Colella, l’imprenditore titolare della Santa Croce di Canistro. Il patron dell'acqua minerale è coinvolto nella inchiesta su presunti finanziamenti illeciti della Banca Popolare di Milano. Per lui l'accusa sarebbe quella di aver versato una tangente da 700mila euro per ottenere un investimento su un fondo immobiliare. Secondo il suo avvocato «è tutto un equivoco, la posizione di Colella verrà chiarita presto».
Il blitz arriva proprio durante la campagna elettorale in cui Colella è candidato alla presidenza della Regione Molise, ma anche in una fase delicata della vertenza della Santa Croce, azienda di Canistro in crisi e che vede a rischio posti di lavoro.
L’imprenditore molisano, candidato a capo della la sua lista “Sport, lavoro e sociale”, ha ricevuto la visita delle Fiamme gialle che hanno perquisito la sua abitazione di Isernia e gli uffici di Monteroduni. Il decreto di perquisizione arriva direttamente da Milano dove si sta sviluppando una complessa inchiesta incentrata sulle tangenti in cambio di finanziamenti. Sarebbe accusato di aver versato una tangente e per tale motivo è stato iscritto nel registro degli indagati per corruzione tra privati in concorso. Colella avrebbe corrotto Massimo Ponzellini che all’epoca dei fatti (2010-2011) era presidente della banca, uomo vicino a Umberto Bossi e nominato dalla Lega nord. Avrebbe versato, secondo l'accusa, l’ingente somma di denaro in cambio di un investimento sfavorevole alla banca, che vale il 30% in meno del valore nominale. Con due diversi versamenti, uno da 500mila e l’altro da 200mila euro, la Farmer Immobiliare Sas di Colella & C. avrebbe ottenuto un investimento realizzato dalla Banca popolare di Milano su un fondo immobiliare denominato “Ghoete”.
Secondo la Procura di Milano, l’investimento era contrario agli interessi della banca perché si trattava di un fondo chiuso, in perdita. I rapporti tra Colella e Ponzellini, arrestato già in passato per le stesse vicende, sarebbero evidenziati dall'accusa tramite il fatto che l'imprenditore molisano risulta dal 2008 beneficiario di una società lussemburghese che possiede un'imbarcazione di grande valore di proprietà proprio di Ponzellini.
Per il difensore di Colella, Alessandro Diddi, «l'iniziativa della procura della Repubblica di Milano è fondata su un clamoroso equivoco che nelle prossime sarà chiarito. Sono in possesso di documentazione inoppugnabile», ha aggiunto il legale, «che dimostra l'assoluta estraneità dell'ingegner Colella alla ipotizzata illiceità. Il gruppo di Colella non ha ricevuto alcun finanziamento dalla Banca Popolare di Milano e tanto basterebbe per destituire di fondamento l'accusa». Il titolare della Santa Croce, che è sponsor del Pescara calcio, ha riferito di sentirsi «tranquillo e sereno, sicuro che l'autorità giudiziaria di Milano potrà rapidamente chiarire la sua posizione e giungere all'archiviazione del caso e rassicurare i suoi numerosi dipendenti, collaboratori e clienti che questa vicenda non intacca la sua solidità patrimoniale e non pregiudica le sue iniziative».
La Santa Croce, azienda nota in tutto il mondo e con sede a Canistro dove si trovano le sorgenti, ha confermato la mobilità per dieci dipendenti entro fine estate. Ora è stato aperto un tavolo in Regione per tentare di evitare i licenziamenti e tutelare una delle aziende più importanti del territorio marsicano.
Pietro Guida
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