Tangenti per gli appalti Sabetti finisce in carcere
L’imprenditore di Avezzano a capo dei dipendenti infedeli del Ministero Si intrufolavano negli uffici, fuga nel bagagliaio dell’auto di un capitano
AVEZZANO. Un imprenditore di Avezzano, Giovanni Sabetti, è rinchiuso da ieri nel carcere di Roma con l’accusa di avere “guidato” dipendenti infedeli del ministero della Difesa per permettere l’assegnazione in modo illecito di appalti all’interno di strutture militari. Il 45enne marsicano, già coinvolto in un’inchiesta su presunte tangenti in Finmeccanica (con il coinvolgimento dell’ex squadra di calcio Valle del Giovenco), è stato fermato insieme ad altre sette persone dai carabinieri del Noe guidati dal colonnello Sergio De Caprio, il capitano Ultimo che arrestò Totò Riina. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Velletri. Indagine partita da quella condotta dalla Procura di Napoli (pm Woodcock, Carrano e Loreto) sulla Cpl Concordia, la cooperativa modenese al centro di un presunto sistema corruttivo messo in piedi da alcuni suoi vertici. In quest’ultima vicenda era stato arrestato Giulio Lancia, 62 anni, ingegnere, sindaco di San Vincenzo Valle Roveto. Proprio dai dialoghi tra alcuni dirigenti della Cpl Concordia, interessati nel 2014 alle opere di efficientamento energetico dell’aeroporto militare di Pratica di Mare, emerge la figura dell’intermediario di Avezzano, Giovanni Sabetti.
Sabetti veniva definito da Nicola Verrini, manager di Cpl indagato, uomo di fiducia di Giovanni Santilli, politico marsicano e vice segretario generale della Fondazione Icsa, impegnata nel settore degli studi ed analisi sulla sicurezza interna ed esterna. Santilli e la Icsa sono estranei alla vicenda, come precisato anche dagli inquirenti. Ciferri, un altro degli arrestati, dipendente della Difesa, si intrufolava negli uffici della base dell’Aeronautica militare di Ciampino e lì rimaneva «per lunghe ore», addirittura tutta la notte: finito il lavoro se ne andava di soppiatto. In un caso ha perfino coinvolto un capitano, che l’avrebbe nascosto nel bagagliaio dell’auto per eludere la vigilanza del corpo di guardia. In un altro si è rifugiato sui tetti. Ciferri è ritenuto dalla magistratura l’autore materiale dell’alterazione dei documenti degli appalti che poi venivano vinti da diverse “imprese amiche”. Coinvolto anche un tenente colonnello in servizio nel secondo Reparto genio dell’Aeronautica militare di Ciampino. Avvisi di garanzia sono stati notificati ad altri sette imprenditori, un capitano ed un graduato dell’Aeronautica militare.
I reati ipotizzati sono, a vario titolo, associazione per delinquere finalizzata alla turbativa dei liberi incanti, corruzione, falso in atto pubblico ed accesso clandestino in una installazione militare. Le indagini hanno finora consentito di ricostruire l’alterazione di almeno nove gare di appalto per un valore complessivo di quasi nove milioni, assegnati a varie società di Roma e Latina collegate all'intermediario Sabetti. Come «contropartita», gli indagati avrebbero ricevuto «compensi in denaro»: gli investigatori hanno le prove di almeno una mazzetta da 30.000 euro.
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