Tarsu, l'aumento non piace

Commercianti e opposizione: «Sarà un nuovo salasso»

SULMONA. Una penalizzazione per famiglie, commercianti e artigiani. Questa la reazione di opposizione e associazioni di categoria di fronte all'aumento del 7 per cento della tassa sui rifiuti. All'esecutivo, che parla di «adeguamento Istat», la minoranza replica: «È il risultato di una gestione confusa e senza obiettivi».

L'aumento, di circa 25 euro l'anno a famiglia, è previsto nel bilancio 2011 che, dopo l'approvazione in giunta, passerà al vaglio del consiglio comunale. Per bilanciare la spesa, l'esecutivo del sindaco Fabio Federico ha anche deciso di investire 53mila euro per il potenziamento della raccolta differenziata, con l'obiettivo di abbattere i costi delle bollette. Ma intanto cittadini, famiglie e commercianti sono preoccupati per il nuovo aumento. Di diversa opinione l'opposizione consiliare.

«Non basta dire che si tratta di un adeguamento Istat», afferma il capogruppo del Pd Filadelfio Manasseri, che aggiunge: «Anche il federalismo ha dei risvolti positivi, tra cui quello di individuare opportunità favorevoli per i cittadini realizzando bilanci più vicini alle fasce deboli. CI apsettavamo maggiore concertazione. In questo caso si ha l'impressione», aggiunge, «che si proceda senza obiettivi».

E la minoranza annuncia battaglia in aula per l'approvazione del documento programmatico, prevista entro il 31 marzo, ma che dovrebbe essere prorogata al 31 maggio. Ma al di là dello scontro politico, c'è chi si sente strangolato dal progressivo aumento delle tasse. Si tratta, in particolare, di artigiani e commercianti su cui la manovra della Tarsu peserà di più rispetto alle famiglie. Gli artigiani, per esempio, oltre a pagare la Tarsu, devono sostenere la spesa aggiuntiva per lo smaltimento di rifiuti speciali.

«Certo non siamo d'accordo con l'aumento della tassa sui rifiuti», interviene il presidente provinciale di Confesercenti, Alfredo Pagliaro «comprendiamo anche che i Comuni devono fare cassa, ma il recupero dei fondi non può essere sempre tutto a carico dei cittadini. In Valle Peligna», sottolinea, «le attività artigianali e commerciali non reggono più la pressione fiscale».

Al riguardo, i rappresentanti di categoria hanno chiesto, da tempo, un incontro con il primo cittadino. «Ma finora ancora non ci è pervenuta alcuna chiamata», rincara Pagliaro. E, secondo il rappresentante di Confcommercio, il continuo aumento delle tasse, su tutti i fronti, sarebbe alla base della progressiva chiusura delle attività.

Protesta anche il vice presidente provinciale di Confcommercio Claudio Mariotti: «Si chiedono sempre maggiori sacrifici a fronte di guadagni che, purtroppo, stentano ad arrivare. Aumentare le tariffe è la soluzione apparentemente più semplice per fare cassa, ma si dovrebbe considerare che ogni azione ha una conseguenza su chi la subisce, per i commercianti l'aumento delle spese spesso si traduce nella chiusura delle attività».

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