Tasse, resta in bilico la restituzione imposta alle imprese

Approda al Senato la legge che stabilisce il recupero totale Le associazioni di categoria mobilitate: così è una catastrofe

L’AQUILA. Tasse, oggi il verdetto. Approda in Senato la legge comunitaria che ripropone alla lettera l'emendamento varato a dicembre 2012 dal governo e che stabilisce la restituzione totale delle tasse e dei contributi non versati dalle aziende del cratere dopo il sisma del 2009.

C'è di più. Leggendo attentamente il testo della legge si evince come «la riduzione del 40 per cento del carico fiscale e contributivo», e non del 60 per cento come invece stabilito precedentemente, «fissata dalla normativa vigente, trova applicazione a favore delle imprese che dimostrino di avere subìto danni diretti in conseguenza delle calamità e solo nei limiti degli stessi».

Anche in questo caso, un passo indietro, sulla scia delle vecchie indicazioni date dall’ex ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca. Le aziende del cratere dovranno dimostrare di aver subìto realmente dei danni. E indicarne quali. La legge comunitaria prevede, infatti, «la presentazione all'Agenzia delle entrate, all'Inps e all'Inail di una dichiarazione sostitutiva, corredata da una perizia redatta da professionisti autorizzati, che attesti i requisiti per la concessione delle agevolazioni».

Il tutto nel termine massimo di 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, elevati a 120 in virtù di un emendamento approvato in commissione.

E proprio sui numerosi emendamenti previsti, alcuni già presentati dai parlamentari abruzzesi, si giocherà la battaglia della restituzione delle tasse. Sulla scorta di quanto chiesto a gran voce dalle associazioni di categoria e dagli imprenditori aquilani, certi di non poter reggere un salasso economico tanto pesante, si punta ad annullare l'articolo e, di conseguenza, la decisione del governo di chiedere alle aziende aquilane la restituzione totale di tasse e contributi non versati.

Altri emendamenti, più blandi, riguardano la questione dei danni subìti, indentificandoli come «sia indiretti che diretti». Frase, quest'ultima che, se inserita, consentirebbe di allargare il raggio d'azione dei beneficiari. Mentre si attende il pronunciamento definitivo dell'Unione Europea, il governo ha giocato d'anticipo, chiedendo la restituzione al 100 per cento delle somme sospese: quasi 90 milioni di euro la somma che viene fuori da un conto approssimativo.

«Come i finanziamenti che arriveranno dalla zona franca», il commento delle associazioni di categoria, che sono in fermento. «Buona parte dei settemila soggetti interessati dalla restituzione non saranno in grado di far fronte ai pagamenti. Per L’Aquila» ribadiscono i rappresentanti delle associazioni di categoria pronte a dare battaglia «sarebbe l'ennesima catastrofe».

Monica Pelliccione

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