Tasse, scontro fra Lolli e la Fornero
Restituzione contributi sospesi, per il ministro del Lavoro lo “sconto” del 60 per cento alle imprese è un aiuto di Stato
L’AQUILA. «Non è lei che fa le leggi, ma le fa il Parlamento. Lei e gli istituti previdenziali siete tenuti a rispettarle». Diventa aspro il confronto tra l’onorevole Giovanni Lolli, deputato del Partito democratico, e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sulla richiesta di restituzione dei contributi sospesi per alcuni mesi dopo il sisma, avanzata nei giorni scorsi, con una circolare, dall’Inps e a ruota dall’Inail. E il parlamentare annuncia future mobilitazioni contro le due circolari e la decisione del governo di «rimangiarsi tutto».
Quello che doveva essere un question time per avere risposte sul caso che sta tenendo sulle spine decine di imprese aquilane che hanno beneficiato dell’abbattimento del 60 per cento della restituzione delle tasse, si è trasformato in un botta e risposta a un passo dallo scontro Lolli-Fornero. All’origine del question time, dunque, le circolari emanate dai due istituti previdenziali, che indicano la riduzione del 40 per cento delle tasse e dei contributi, concessa ai Comuni del cratere, come un «aiuto di Stato», equiparandola al regime de minimis.
«Ho chiesto al ministro Fornero per quale motivo l’Inps e L’Inail si siano permesse di chiedere la restituzione del 100 per cento dei contributi sospesi, violando la legge 183 del 2011 nella quale è prevista la restituzione del 40 per cento delle tasse e dei contributi sospesi a seguito del terremoto», ha spiegato Lolli, con la voce ancora rauca dal confronto che lo ha, evidentemente, agitato. «Un abbattimento già effettuato per le aree terremotate di Marche, Umbria e Molise», ha ricordato, «dunque non vedo perché adesso debba essere considerato diversamente l’abbattimento della restituzione delle tasse per gli aquilani».
Secca la risposta del ministro. «Mi ha dato una spiegazione sconcertante», ha aggiunto Lolli, «dicendomi che c’è una consolidata prassi da parte della Commissione europea a considerare iniziative come questa come aiuti di Stato e quindi è stato lo stesso ministero a chiedere a Inps e Inail d’intervenire». Un esito che in realtà ancora non è stato emesso. «Ma come può il ministero sostituirsi al Parlamento?», ha tuonato Lolli. «Addirittura», ha spiegato, «il ministro avrebbe agito per aiutarci, per evitarci di dover restituire, un domani, il restante 60 per cento delle tasse». E qui la dichiarazione che ha mandato Lolli su tutte le furie: «Il ministro ha aggiunto che ci viene, comunque, concessa la bella possibilità di utilizzare il de minimis».
«Sono insoddisfatto e indignato», ha detto il parlamentare alla Fornero. «Primo: non è vero che c’è una definitiva condanna dell’Europa, in quanto non esiste nemmeno una procedura d’infrazione aperta. La Commissione», ha spiegato Lolli, «si è limitata a chiedere chiarimenti al governo italiano relativamente a diverse situazioni in Abruzzo e allo stesso modo agli interventi messi in atto in Umbria, Marche e Molise. Secondo: il ministro non ha spiegato come mai solo all’Abruzzo viene richiesta la restituzione del 100 per cento di quanto sospeso e non alle altre regioni. Terzo: il ministro non ha spiegato come mai, se fosse vera l’esistenza di questa prassi consolidata, non sia stata data una disposizione analoga a quella data agli Enti previdenziali (Inps e Inail) anche all’Agenzia delle Entrate».
La quarta considerazione fatta da Lolli al ministro Fornero riguarda il de minimis. «Quanto a questa misura agevolativa per le imprese terremotate, siamo alla presa per i fondelli. Il de minimis è concesso dalla norma sulla cosiddetta Zona franca urbana e, come il ministro non può ignorare, chi lo usasse per ridurre la restituzione delle tasse non lo potrebbe più usare per le proprie attività ordinarie». «Non si possono lasciare quelle popolazioni in questa incertezza e confusione, addirittura rimangiandosi conquiste avvenute con sacrificio, è cosa poco degna», ha aggiunto Lolli. «Mi dispiace, ma ci saranno proteste vibranti da parte di quelle popolazioni. Abbiamo tanti di quei problemi che l'ultima cosa che ci serve è tornare a protestare», ha concluso il parlamentare. «Siamo di fronte a un comportamento grave e illegittimo. Le leggi le fa il Parlamento, non le fanno né l’Inps, né l’Inail né il ministero».
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