Tassi illegali, magistrato scagiona Monte dei Paschi
Il giudice Billi chiude il caso: il superamento del limite c’è stato ma di lieve entità La parte offesa contesta la decisione: il reato escluso pur essendosi configurato
L’AQUILA. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale, Marco Billi, ha definitivamente archiviato, su richiesta del pm, l’indagine sul Monte dei Paschi di Siena in seguito a al prestito fatto a un piccolo imprenditore aquilano il quale riteneva che fosse stato varcato il limite del tasso legale.
Il giudice rileva che «possono essere condivise le argomentazioni espresse dal pm, atteso che dalla perizia del dottor Cristian Graziani si evince che il superamento del tasso soglia è stato episodico e di modesta entità apparendo, pertanto, non ragionevolmente sostenibile l’accusa in tribunale quantomeno sotto il profilo dell’elemento soggettivo». Il giudice ha quindi archiviato rilevando che «le ragioni dei correntisti, nel caso di specie, possono trovare tutela adeguata in ambito civilistico».
Fin qui la motivazione della magistratura. Diversa la lettura dei fatti da parte dell’avvocato Dario Visconti che assiste la parte offesa. «Non condividiamo il provvedimento del giudice», dice Visconti, «il quale esclude la configurabilità del reato di usura in quanto il superamento della soglia sarebbe stato episodico e dunque difficilmente sostenibile in dibattimento sotto l’aspetto soggettivo. In verità le banche adottano sistematicamente il massimo dei costi proprio dei riguardi di soggetti in difficoltà finanziarie. Tale prassi, eticamente discutibile e giuridicamente inaccettabile, a livello nazionale ha effetti devastanti nei confronti dei correntisti con ottenimento del maggior lucro in favore delle banche. In conclusione la tesi del dottor Billi esclude il reato pur essendosi configurato e maturato e non tiene conto che l’applicazione e la impostazione dei maggiori costi dei correntisti è riferibile evidentemente a una precisa applicazione dirigenziale degli interessi e dei costi in generale». Da queste valutazioni egli ritiene che la volontà soggettiva a varcare i tassi sia palese. Ora la controversia si sposta nel settore civile. La denuncia dell’imprenditore aquilano, che aveva un opificio a Bazzano, fu sostenuta anche dal presidente onorario di Sos imprese, Gennaro Baccile, il quale a favore del ricorrente aveva anche presentato una perizia che venne esibita in giudizio, ma a quanto pare, con pochi effetti.
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