Teatro, c’è il no dei revisori
Ecco i conti del liquidatore a pochi giorni dal consiglio
CHIETI. Il parere dei revisori è contrario. A un anno dalla nomina del liquidatore per i debiti del Marrucino e a cinque giorni dal consiglio annunciato come risolutivo per chiudere la partita del teatro, la doccia fredda del collegio dei sindaci.
Che di fatto boccia il provvedimento adottato dalla giunta Ricci (alla riunione dell’esecutivo non ha partecipato l’assessore Valter De Cesare). Un parere sfavorevole che prende di sorpresa anche il sindaco, fino a qualche giorno convinto del via libera dei revisori. Canta invece vittoria il centrodestra, con l’aspirante sindaco del Pdl Umberto Di Primio, la consigliera Emilia De Matteo e il capogruppo Mario Colantonio a ricordare il detto che «le verità vengono sempre a galla».
In effetti, prima o poi, le verità vengono sempre a galla. Il guaio è che dei 4,5 milioni, a tanto ammonta il debito finalmente certificato al dettaglio dal commissario liquidatore, circa i due terzi sarebbero stati accumulati dal 2004 al 2007, ovvero dalle gestioni che fanno capo al commissario Aurelio Bigi, nominato dalla vecchia amministrazione di centrodestra e poi inizialmente tenuto in sella dallo stesso Ricci. Malagestione del Marrucino proseguita per tutto il 2007, sotto la direzione amministrativa di Francesco Di Vincenzo e del cda nominato dalla maggioranza di centrosinistra. Da allora, la strada del teatro è sempre stata lastricata di difficoltà, polemiche, strumentalizzazioni politiche su chi avesse in realtà coperto la istituzione di debiti. Tutti naturalmente ripianati dal Comune, quindi dai contribuenti teatini, in attesa di contributi regionali e provinciali mai visti o che, nel migliore dei casi, sono arrivati in ritardo. Difficile dire chi possa cantare vittoria in una situazione come questa.
Il no dei revisori è cronaca di oggi. A pochi giorni dall’assemblea annunciata come risolutiva, si dovrà porre riparo a un provvedimento che si presenta approssimativo, che non indica i responsabili dello sfascio amministrativo e, in ultima analisi, non fa sufficiente chiarezza. A parlare sono invece i conti degli sprechi e delle spese allegre disseminate dal 2004 al 2007, fino a quando anche la gestione Di Vincenzo ha passato la mano al commissario Maurizio Di Michele, il segretario generale dell’ente. Dati pesanti. Su una massa passiva di 4.5milioni, a fronte di un solo milione di entrate certe (che la Regione deve tuttavia ancora corrispondere al Comune relativamente alle annualità 2006-2007), il debito si assesta sui 3,5milioni di euro che l’amministrazione comunale dovrà riconoscere entro pochi giorni. Cosa potrà accadere? Ammesso che la Regione eroghi davvero il milione che le spetta, e considerato che l’amministrazione Ricci ha già fatto fronte a pagamenti dei creditori per circa 2,5milioni di euro, resta fuori circa un milione che, in ogni caso, il Comune ha provveduto ad accantonare.
Che di fatto boccia il provvedimento adottato dalla giunta Ricci (alla riunione dell’esecutivo non ha partecipato l’assessore Valter De Cesare). Un parere sfavorevole che prende di sorpresa anche il sindaco, fino a qualche giorno convinto del via libera dei revisori. Canta invece vittoria il centrodestra, con l’aspirante sindaco del Pdl Umberto Di Primio, la consigliera Emilia De Matteo e il capogruppo Mario Colantonio a ricordare il detto che «le verità vengono sempre a galla».
In effetti, prima o poi, le verità vengono sempre a galla. Il guaio è che dei 4,5 milioni, a tanto ammonta il debito finalmente certificato al dettaglio dal commissario liquidatore, circa i due terzi sarebbero stati accumulati dal 2004 al 2007, ovvero dalle gestioni che fanno capo al commissario Aurelio Bigi, nominato dalla vecchia amministrazione di centrodestra e poi inizialmente tenuto in sella dallo stesso Ricci. Malagestione del Marrucino proseguita per tutto il 2007, sotto la direzione amministrativa di Francesco Di Vincenzo e del cda nominato dalla maggioranza di centrosinistra. Da allora, la strada del teatro è sempre stata lastricata di difficoltà, polemiche, strumentalizzazioni politiche su chi avesse in realtà coperto la istituzione di debiti. Tutti naturalmente ripianati dal Comune, quindi dai contribuenti teatini, in attesa di contributi regionali e provinciali mai visti o che, nel migliore dei casi, sono arrivati in ritardo. Difficile dire chi possa cantare vittoria in una situazione come questa.
Il no dei revisori è cronaca di oggi. A pochi giorni dall’assemblea annunciata come risolutiva, si dovrà porre riparo a un provvedimento che si presenta approssimativo, che non indica i responsabili dello sfascio amministrativo e, in ultima analisi, non fa sufficiente chiarezza. A parlare sono invece i conti degli sprechi e delle spese allegre disseminate dal 2004 al 2007, fino a quando anche la gestione Di Vincenzo ha passato la mano al commissario Maurizio Di Michele, il segretario generale dell’ente. Dati pesanti. Su una massa passiva di 4.5milioni, a fronte di un solo milione di entrate certe (che la Regione deve tuttavia ancora corrispondere al Comune relativamente alle annualità 2006-2007), il debito si assesta sui 3,5milioni di euro che l’amministrazione comunale dovrà riconoscere entro pochi giorni. Cosa potrà accadere? Ammesso che la Regione eroghi davvero il milione che le spetta, e considerato che l’amministrazione Ricci ha già fatto fronte a pagamenti dei creditori per circa 2,5milioni di euro, resta fuori circa un milione che, in ogni caso, il Comune ha provveduto ad accantonare.