Technolabs, confermati i 45 licenziamenti
L’azienda dice no anche ai contratti di solidarietà, i sindacati lanciano l’appello alle istituzioni
L’AQUILA. Un no secco. Tanto che i sindacati sono costretti ad abbandonare il tavolo delle trattative. Nessuna svolta, nella vertenza della ex Technolabs, durante l'incontro convocato in Provincia. L'azienda non intende retrocedere, in merito ai 45 licenziamenti, e non prende neanche in considerazione la proposta di un ricorso agli ammortizzatori sociali. Un atteggiamento di totale chiusura, fortemente stigmatizzato da Rsu e organizzazioni sindacali, che oggi terranno un'assemblea con il personale e lunedì apriranno le porte del laboratorio di ricerca a istituzioni e amministratori.
«Vogliamo convocare un'assemblea aperta», spiega Raoul Giorgi, Rsu della Fiom, «per far capire alla politica locale la gravità della situazione. Siamo di fronte a un'azienda che manda a casa 45 persone, senza lasciare margini alle trattative e respingendo anche l'utilizzo degli ammortizzatori sociali disponibili. È la prima volta, in questa città, che accade una cosa simile. Abbiamo lasciato il tavolo in Provincia, senza firmare alcun accordo e ora decideremo le mosse future. Tutti i 140 dipendenti sono compatti e pronti ad opporsi a un atto ritenuto prevaricatore e intransigente». Non è servita neanche la mediazione dell'assessore provinciale al lavoro Clau dio Tonelli, che ha tentato di mettere d'accordo le parti: «Abbiamo chiesto alla Intecs», ha aggiunto Giorgi, «di valutare il ricorso a due anni di contratto di solidarietà, prima di procedere con i licenziamenti. Un salvangente previsto dalla normativa e che può essere applicato al laboratorio aquilano. Totale chiusura anche su questo fronte. Secondo l'azienda sarebbe solo un modo per rimandare il problema. Insomma, si licenzia su due piedi, un fatto inaudito». Le procedure di mobilità saranno avviate a giorni, probabilmente dal primo febbraio. La Intecs Spa è subentrata al gruppo Compel poco più di anno fa. Un'operazione che, sulla carta, pareva aprire la strada al rilancio del sito, che per numeri è considerato il più grande laboratorio di ricerca del Centro Sud, specializzato in elettronica e telecomunicazioni. Nel giro di qualche mese per 20 ricercatori è scattata la mobilità volontaria, per altri 50 la cassa integrazione. Poi, la fusione societaria e il cambio di nome, da Technolabs a Intecs. Quindi il colpo di coda finale: l'annuncio di 45 esuberi strutturali. I tagli, motivati con la mancanza di commesse, riguardano però solo lo stabilimento aquilano. Da qui il timore di un futuro smantellamento del laboratorio.
Romana Scopano
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