43 posti a rischio
Technolabs licenzia nuova mobilitazione
L'AQUILA. Dovevano rientrare in fabbrica, dopo un periodo di cassa integrazione. Ma l’azienda, tramite un’e-mail, li ha messi in ferie forzate. Sembra già deciso, il destino dei 43 ricercatori...
L'AQUILA. Dovevano rientrare in fabbrica, dopo un periodo di cassa integrazione. Ma l’azienda, tramite un’e-mail, li ha messi in ferie forzate. Sembra già deciso, il destino dei 43 ricercatori Technolabs che rischiano il licenziamento. Quella che si profila è una lotta contro il tempo, visto che le procedure di attivazione della mobilità dovrebbero scattare il 29 gennaio. Da ieri tutto il personale del laboratorio aquilano, dopo aver proclamato una giornata di sciopero, è in assemblea permanente. Oggi è previsto un incontro in Provincia, mentre per il 28 gennaio è stato convocato il tavolo al ministero del Lavoro sollecitato dalle organizzazioni sindacali. La situazione sta comunque precipitando: Intecs ha accelerato i tempi, dopo aver annunciato nelle scorse settimane 45 esuberi strutturali che, di fatto, stanno per concretizzarsi in 43 licenziamenti. Ieri, finita la cassa integrazione, si attendeva il rientro nello stabilimento di tutti i lavoratori, mentre continuavano a spron battuto i tentativi di concertazione tra sindacati, azienda e istituzioni. Invece l’ennesima doccia fredda: a 43 dipendenti è arrivata una e-mail in cui si comunicava il ricorso alle ferie forzate. Una procedura inusuale, e fortemente contestata dalle Rsu e dalle organizzazioni sindacali, che hanno immediatamente risposto con la proclamazione di sciopero e assemblea permanente. L’obiettivo è ottenere almeno la sospensione delle procedure di licenziamento, in vista dei tavoli istituzionali già programmati.
«Si apre una settimana cruciale per Technolabs», dicono le Rsu, «e drammatica per la sorte di 43 lavoratori del più grande centro di ricerca del Mezzogiorno, per i quali si prospetta il licenziamento. Finita la cassa integrazione, era previsto il rientro di tutti i dipendenti in organico, ma l’azienda ha messo in ferie forzate coloro che di fatto intende licenziare. La risposta è stata immediata: sciopero e assemblea permanente, per portare Intecs a un tavolo di trattative e trovare una soluzione diversa dai licenziamenti».
Il timore è che gli annunciati tagli al personale rappresentino il primo passo per indebolire il sito aquilano, che per numeri è ancora il più grande laboratorio di ricerca del Centro-Sud. Tagliare di un terzo la pianta organica – i dipendenti sono 140 – potrebbe nascondere la volontà di smantellare lo stabilimento, che dal primo gennaio non si chiama più Technolabs, ma ha preso il nome di Intecs, dopo la fusione societaria con la nuova proprietà. Il laboratorio è stato rilevato dal gruppo Compel poco più di un anno fa: subito c'è stato il ricorso alla cassa integrazione e all’accordo sulla formazione e 20 lavoratori hanno scelto la mobilità volontaria. Poi, senza concertazione, sono arrivati gli esuberi, che non toccano gli altri siti del gruppo. I sindacati hanno chiesto alle istituzioni di non concedere alcun sostegno all’azienda se prima non vengono ritirati i licenziamenti.
Romana Scopano
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