Technolabs, nuova proprietàSiglato il passaggio alla Intecs
Il piano industriale prevede degli investimenti molto consistenti
L'AQUILA. Il Gruppo Compel passa il testimone alla Intecs Spa. Ufficializzata l'acquizione del laboratorio di ricerca Technolabs da parte della nuova azienda, che opera nei mercati di spazio, ambiente e territorio, difesa e telecomunicazioni. Il management ha presentato ai sindacati il piano industriale: previsti investimenti di 5 milioni di euro all'anno per il sito aquilano, che va ad affiancarsi agli altri sette guidati dalla società. Si tratta della prima operazione industriale avviata dopo il sisma. La Intecs Spa ha la sua sede principale a Roma e stabilimenti a Pisa, Napoli, Milano, Torino, Cagliari, Genova e Tolosa (Francia), per un totale di 500 dipendenti ai quali vanno ora ad aggiungersi i 160 ricercatori aquilani.
Il piano industriale è stato illustrato ai rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm, alle Rsu e a Confindustria dall'amministratore delegato della Intecs Massimo Micangeli, dal direttore generale Massimo Mannori e dal capo del personale Anna Gironi.
Il piano, secondo quanto si è appreso, punta al potenziamento del laboratorio di ricerca e sviluppo, specializzato nel settore dell'hardware, che rappresenta, appunto, l'anello mancante nella catena produttiva dell'azienda italiana.
«Le strategie presentate per il centro di ricerca aquilano, con la previsione di un investimento annuale di 5 milioni di euro», hanno commentato Alfredo Fegatelli della Fiom, Gino Mattuccilli della Fim e Clara Ciuca esponente della Uilm, «fanno ben sperare per il futuro, soprattutto alla luce della fase di criticità dalla quale la Technolabs è stata traghettata fino alla vendita. La Intecs, con l'acquisizione di questo centro di eccellenza, intende rafforzare sul mercato i propri prodotti e anche quelli realizzati per conto terzi. In prospettiva, da questa operazione potrebbe scaturire un aumento di fatturato e, di conseguenza, anche un incremento occupazionale, da spalmare sui vari siti».
La nuova azienda è anche interessata a collaborare con l'Università.
La trattativa sindacale riguarderà soprattutto la gestione del costo del lavoro, evidenziato dalla Intecs, tramite la riqualificazione di parte del personale oppure l'esodo incentivato.
«Va sottolineato che questa è la prima operazione industriale ad andare in porto all'Aquila dopo il sisma», ha concluso Fegatelli della Fiom, «e senza alcuna paternità politica». I sindacalisti hanno mostrato un certo entusiasmo visto che l'azienda sembrava andare su una brutta china.
Il piano industriale è stato illustrato ai rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm, alle Rsu e a Confindustria dall'amministratore delegato della Intecs Massimo Micangeli, dal direttore generale Massimo Mannori e dal capo del personale Anna Gironi.
Il piano, secondo quanto si è appreso, punta al potenziamento del laboratorio di ricerca e sviluppo, specializzato nel settore dell'hardware, che rappresenta, appunto, l'anello mancante nella catena produttiva dell'azienda italiana.
«Le strategie presentate per il centro di ricerca aquilano, con la previsione di un investimento annuale di 5 milioni di euro», hanno commentato Alfredo Fegatelli della Fiom, Gino Mattuccilli della Fim e Clara Ciuca esponente della Uilm, «fanno ben sperare per il futuro, soprattutto alla luce della fase di criticità dalla quale la Technolabs è stata traghettata fino alla vendita. La Intecs, con l'acquisizione di questo centro di eccellenza, intende rafforzare sul mercato i propri prodotti e anche quelli realizzati per conto terzi. In prospettiva, da questa operazione potrebbe scaturire un aumento di fatturato e, di conseguenza, anche un incremento occupazionale, da spalmare sui vari siti».
La nuova azienda è anche interessata a collaborare con l'Università.
La trattativa sindacale riguarderà soprattutto la gestione del costo del lavoro, evidenziato dalla Intecs, tramite la riqualificazione di parte del personale oppure l'esodo incentivato.
«Va sottolineato che questa è la prima operazione industriale ad andare in porto all'Aquila dopo il sisma», ha concluso Fegatelli della Fiom, «e senza alcuna paternità politica». I sindacalisti hanno mostrato un certo entusiasmo visto che l'azienda sembrava andare su una brutta china.
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