Temperature polari alla Marelli I sindacati proclamano lo sciopero

26 Novembre 2024

A partire dal 2 dicembre in fabbrica scatteranno cinque giornate di stop a cadenza settimanale E c’è attesa per il vertice sulla crisi del settore dell’automotive in programma giovedì a Roma

SULMONA. Scatta la protesta per le temperature proibitive all’interno della Magneti Marelli di Sulmona. Un caso non isolato, secondo le organizzazioni sindacali, ma che ieri è ulteriormente peggiorato. Nonostante le sollecitazioni dei sindacati che avevano scritto ai vertici dell’azienda peligna, già il 5 e il 18 novembre, segnalando «il malfunzionamento degli impianti di riscaldamento», non si è arrivati a creare condizioni accettabili di lavoro in fabbrica. Per questo Fim-Fiom-Uilm, hanno proclamato cinque giornate di sciopero a cadenza settimanale, per otto ore (turno 6-14) a partire dal prossimo 2 dicembre.
«Numerose sono state le segnalazioni pervenute da parte dei lavoratori Rsu e Rls, che sono stati lasciati a casa in contratto di solidarietà, senza alcun rispetto dei ruoli e delle istanze precedenti, dove si ribadiva la problematica gestionale relativa all’impianto di riscaldamento», fanno notare le organizzazioni sindacali, secondo le quali «l’azienda guarda caso ha lasciato a casa tutti i rappresentanti sindacali sul turno di mattina, senza permettere agli stessi di poter monitorare la situazione».
Un clima, in tutti i sensi, proibitivo, all’interno della fabbrica sulmonese, causato secondo i sindacati da «una gestione mediocre» dello stabilimento, dove ai problemi della crisi dell’automotive si sono aggiunti quelli dell’impianto di riscaldamento. I dipendenti dello stabilimento, per questi motivi, incroceranno le braccia i prossimi 2-9-16-23 e 30 dicembre.
«Dopo tutti i suggerimenti dati all’azienda in merito ai problemi in officina, la stessa non recepisce la nostra volontà di collaborare per creare un ambiente lavorativo idoneo», concludono i sindacati pronti a dare battaglia.
Una “doccia fredda” alla vigilia del vertice romano sulla crisi del settore che si terrà giovedì 28 novembre.
In quella sede i sindacati chiederanno aggiornamenti sul piano industriale, tenendo conto che dal 26 settembre scorso sono stati sospesi i turni di notte, per il legame con l’ex Sevel di Atessa.
I 460 dipendenti della fabbrica stanno lavorando con il contratto di solidarietà che prevede la riduzione lavorativa del 45 per cento con il mantenimento del bagaglio contributivo.
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