«Tempi brevi per chiudere le inchieste»
Il pm Rossini fa un primo bilancio dopo gli interrogatori per i crolli
L’AQUILA.I primi tre filoni di inchiesta sui crolli (Casa dello studente, convitto e ingegneria) saranno definiti in tempi brevi. Lo ha affermato il pm Alfredo Rossini all’indomani della conclusione degli interrogatori. Finora sono 26 le persone raggiunte da avvisi di garanzia.
PRIMI TRE FILONI. «Dobbiamo valutare i singoli casi» ha spiegato il capo della Procura Alfredo Rossini, «ma ci basiamo sulle nostre indagini e in tal senso confermo che sui primi tre filoni di indagini rispetto ai quali abbiamo già finito gli interrogatori. Abbiamo già degli elementi importanti. Gli indagati hanno dato le loro versioni che potrebbero essere vere o no, noi faremo i nostri riscontri. Poi depositeremo gli atti e gli indagati potranno chiedere nuovi interrogatori, fornire prove e testimonianze. Alla fine di tutto sarà il giudice per le udienze preliminari a decidere se archiviare o mandare gli imputati a giudizio». In riferimento all’attività dei indagini sui primi tre filoni, Rossini ha sottolineato che vanno avanti. Il procuratore ha parlato anche di coloro, tra i 26 indagati, che non si sono presentati: «Se nei confronti di chi non si è presentato abbiamo già degli elementi e procederemo; per gli altri ci saranno delle verifiche». Per la Casa dello studente e il Convitto le accuse sono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose. Per la facoltà di ingegneria, dove secondo Rossini, «se gli studenti fossero stati presenti, si sarebbe corso il rischio di 2mila vittime», l’imputazione è di disastro colposo.
ALTRE INDAGINI. Entro la fine dell’anno la Procura iscriverà sul registro degli indagati i presunti responsabili dei crolli dell’ospedale San Salvatore e di uno o due condomini nei quali ci sono stati molti morti: è il caso del palazzo in via XX Settembre 23 e di quello in via campo di Fossa, una traversa di via XX settembre. Nel palazzo di via XX Settembre i consulenti stanno costruendo la perizia dopo aver terminato i sopralluoghi. Sopralluoghi che sono continuati anche ieri nel sito di via Campo di Fossa, dove il palazzo nella notte del 6 aprile si è sbriciolato su stesso provocando morti e feriti.
INTERROGATORI. Ieri sono stati conclusi gli interrogatori per i crolli della facoltà di ingegneria con gli ultimi tre interrogatori. «La difesa non potrà essere esperita se non al momento in cui si verrà a conoscenza degli elementi di prova e dei dati tecnici che con tutta probabilità saranno oggetto di elaborazione dei consulenti tecnici». Così l’avvocato romano Carlo Marchiolo ha commentato, l’interrogatorio del suo assistito Sergio Basile uno dei nove indagati. Basile, collaudatore dell’opera, ha respinto ogni addebito. Il legale ha sottolineato anche che «il suo assistito è consapevole di aver svolto regolarmente e con il massimo della correttezza e rispetto della normativa il ruolo che gli era stato affidato». «Siamo sorpresi ma al tempo stesso fiduciosi», ha spiegato ancora il legale, «si muove una contestazione sulla quale avremo tempi e modi di difenderci spiegare le nostre ragioni».
Ha risposto all’interrogatorio della polizia giudiziaria ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni Ernesto Papale, collaudatore, anche lui indagato.
Analoghe considerazioni anche per l’ultimo sospettato che si è presentato ieri mattina alle 12,30 davanti alla polizia giudiziaria. Si tratta di Giovanni Cerece anche lui componente della commissione di collaudo statico e tecnico amministrativo per conto del committente. Questi come gli altri 2, non avrebbe rilevato omissioni o errori nella esecuzione delle opere.
PRIMI TRE FILONI. «Dobbiamo valutare i singoli casi» ha spiegato il capo della Procura Alfredo Rossini, «ma ci basiamo sulle nostre indagini e in tal senso confermo che sui primi tre filoni di indagini rispetto ai quali abbiamo già finito gli interrogatori. Abbiamo già degli elementi importanti. Gli indagati hanno dato le loro versioni che potrebbero essere vere o no, noi faremo i nostri riscontri. Poi depositeremo gli atti e gli indagati potranno chiedere nuovi interrogatori, fornire prove e testimonianze. Alla fine di tutto sarà il giudice per le udienze preliminari a decidere se archiviare o mandare gli imputati a giudizio». In riferimento all’attività dei indagini sui primi tre filoni, Rossini ha sottolineato che vanno avanti. Il procuratore ha parlato anche di coloro, tra i 26 indagati, che non si sono presentati: «Se nei confronti di chi non si è presentato abbiamo già degli elementi e procederemo; per gli altri ci saranno delle verifiche». Per la Casa dello studente e il Convitto le accuse sono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose. Per la facoltà di ingegneria, dove secondo Rossini, «se gli studenti fossero stati presenti, si sarebbe corso il rischio di 2mila vittime», l’imputazione è di disastro colposo.
ALTRE INDAGINI. Entro la fine dell’anno la Procura iscriverà sul registro degli indagati i presunti responsabili dei crolli dell’ospedale San Salvatore e di uno o due condomini nei quali ci sono stati molti morti: è il caso del palazzo in via XX Settembre 23 e di quello in via campo di Fossa, una traversa di via XX settembre. Nel palazzo di via XX Settembre i consulenti stanno costruendo la perizia dopo aver terminato i sopralluoghi. Sopralluoghi che sono continuati anche ieri nel sito di via Campo di Fossa, dove il palazzo nella notte del 6 aprile si è sbriciolato su stesso provocando morti e feriti.
INTERROGATORI. Ieri sono stati conclusi gli interrogatori per i crolli della facoltà di ingegneria con gli ultimi tre interrogatori. «La difesa non potrà essere esperita se non al momento in cui si verrà a conoscenza degli elementi di prova e dei dati tecnici che con tutta probabilità saranno oggetto di elaborazione dei consulenti tecnici». Così l’avvocato romano Carlo Marchiolo ha commentato, l’interrogatorio del suo assistito Sergio Basile uno dei nove indagati. Basile, collaudatore dell’opera, ha respinto ogni addebito. Il legale ha sottolineato anche che «il suo assistito è consapevole di aver svolto regolarmente e con il massimo della correttezza e rispetto della normativa il ruolo che gli era stato affidato». «Siamo sorpresi ma al tempo stesso fiduciosi», ha spiegato ancora il legale, «si muove una contestazione sulla quale avremo tempi e modi di difenderci spiegare le nostre ragioni».
Ha risposto all’interrogatorio della polizia giudiziaria ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni Ernesto Papale, collaudatore, anche lui indagato.
Analoghe considerazioni anche per l’ultimo sospettato che si è presentato ieri mattina alle 12,30 davanti alla polizia giudiziaria. Si tratta di Giovanni Cerece anche lui componente della commissione di collaudo statico e tecnico amministrativo per conto del committente. Questi come gli altri 2, non avrebbe rilevato omissioni o errori nella esecuzione delle opere.