Terminal Anagnina, il territorio si mobilita
Interrogazioni e mozioni per un dietrofront della giunta Raggi. In campo anche Cna e Confcommercio
L’AQUILA. Non si ferma la protesta contro la decisione del Comune di Roma di spostare il terminal bus dalla Tiburtina all’Anagnina.
La deputata del Pd Stefania Pezzopane chiede, nell’interrogazione firmata anche da altri parlamentari e rivolta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro Danilo Toninelli, «quali iniziative pensa di intraprendere il governo a difesa dei numerosissimi pendolari che raggiungono Roma da ogni parte d’Italia, e in particolare dall’Abruzzo, a seguito della delibera della giunta Raggi che delocalizza il terminal bus in un’area all’interno del “nodo” Anagnina. Il ministro e la Raggi sanno che in assenza peraltro di trasporto ferroviario adeguato, interi territori dell’Abruzzo rischiano l’isolamento e che per un cittadino abruzzese poter prendere un treno da Roma Termini o Roma Tiburtina diventerebbe ancora più esasperante di adesso? E poi, perché il governo non interviene per aiutare il Comune di Roma a risolvere il contenzioso con Tibus invece di far spostare la stazione e far spendere inutilmente ingenti risorse per realizzare un nuovo hub?. Si tratta di una scelta che penalizza fortemente l’Abruzzo. Lo spostamento della stazione d’arrivo determinerà un ulteriore sovraccarico di traffico a Roma e di utenti delle linee metro. Sarebbe opportuno sostenere, e non penalizzare, la mobilità dalle aree interne, tenendo in considerazione la questione relativa alla sicurezza autostradale della tratta tra Roma e l’Abruzzo. Sono una pendolare anch’io e posso assicurare che siamo veramente esasperati e pronti a mobilitarci».
Anche la consigliera comunale Ersilia Lancia (Fratelli d’Italia) scende in campo. «Stiamo lavorando su più fronti per cercare di proporre soluzioni a un provvedimento, la cui adozione è di grave pregiudizio per la mobilità aquilana ma che, più in generale, richiama il tema più ampio del collegamento su ferro tra l’Abruzzo e il Lazio, tra L’Aquila e Roma», afferma Lancia, prima firmataria di una mozione presentata in consiglio. «Con questa mozione FdI intende impegnare il sindaco Biondi, valutata magari anche l’opportunità di una impugnazione della delibera, a portare il problema all’attenzione del competente Ministero, anche con la convocazione di un tavolo aperto agli enti locali e ai rappresentanti di tutti i portatori di interessi diffusi».
«Una decisione che preoccupa per i pesanti riflessi che potrà avere sulla mobilità delle persone, ma anche sull’economia della nostra regione, da sempre legata ai flussi quotidiani con la Capitale». È quanto afferma il presidente regionale della Cna, Savino Saraceni, a proposito dell’annunciato spostamento del terminal bus. «Una decisione che appare destinata ad assestare un colpo durissimo ai pendolari che quotidianamente si recano a Roma da tutto l’Abruzzo». Saraceni conclude invitando «l’amministrazione Raggi a tornare sui suoi passi».
«Una scelta immotivata e irragionevole» sostengono Roberto Donatelli e Celso Cioni, rispettivamente presidente e direttore della Confcommercio, «assolutamente da evitare poiché tale da comportare gravi conseguenze sia per i lavoratori che quotidianamente fanno la spola tra i vari centri abruzzesi e la Capitale, sia per l’economia globale delle due regioni».
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
La deputata del Pd Stefania Pezzopane chiede, nell’interrogazione firmata anche da altri parlamentari e rivolta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro Danilo Toninelli, «quali iniziative pensa di intraprendere il governo a difesa dei numerosissimi pendolari che raggiungono Roma da ogni parte d’Italia, e in particolare dall’Abruzzo, a seguito della delibera della giunta Raggi che delocalizza il terminal bus in un’area all’interno del “nodo” Anagnina. Il ministro e la Raggi sanno che in assenza peraltro di trasporto ferroviario adeguato, interi territori dell’Abruzzo rischiano l’isolamento e che per un cittadino abruzzese poter prendere un treno da Roma Termini o Roma Tiburtina diventerebbe ancora più esasperante di adesso? E poi, perché il governo non interviene per aiutare il Comune di Roma a risolvere il contenzioso con Tibus invece di far spostare la stazione e far spendere inutilmente ingenti risorse per realizzare un nuovo hub?. Si tratta di una scelta che penalizza fortemente l’Abruzzo. Lo spostamento della stazione d’arrivo determinerà un ulteriore sovraccarico di traffico a Roma e di utenti delle linee metro. Sarebbe opportuno sostenere, e non penalizzare, la mobilità dalle aree interne, tenendo in considerazione la questione relativa alla sicurezza autostradale della tratta tra Roma e l’Abruzzo. Sono una pendolare anch’io e posso assicurare che siamo veramente esasperati e pronti a mobilitarci».
Anche la consigliera comunale Ersilia Lancia (Fratelli d’Italia) scende in campo. «Stiamo lavorando su più fronti per cercare di proporre soluzioni a un provvedimento, la cui adozione è di grave pregiudizio per la mobilità aquilana ma che, più in generale, richiama il tema più ampio del collegamento su ferro tra l’Abruzzo e il Lazio, tra L’Aquila e Roma», afferma Lancia, prima firmataria di una mozione presentata in consiglio. «Con questa mozione FdI intende impegnare il sindaco Biondi, valutata magari anche l’opportunità di una impugnazione della delibera, a portare il problema all’attenzione del competente Ministero, anche con la convocazione di un tavolo aperto agli enti locali e ai rappresentanti di tutti i portatori di interessi diffusi».
«Una decisione che preoccupa per i pesanti riflessi che potrà avere sulla mobilità delle persone, ma anche sull’economia della nostra regione, da sempre legata ai flussi quotidiani con la Capitale». È quanto afferma il presidente regionale della Cna, Savino Saraceni, a proposito dell’annunciato spostamento del terminal bus. «Una decisione che appare destinata ad assestare un colpo durissimo ai pendolari che quotidianamente si recano a Roma da tutto l’Abruzzo». Saraceni conclude invitando «l’amministrazione Raggi a tornare sui suoi passi».
«Una scelta immotivata e irragionevole» sostengono Roberto Donatelli e Celso Cioni, rispettivamente presidente e direttore della Confcommercio, «assolutamente da evitare poiché tale da comportare gravi conseguenze sia per i lavoratori che quotidianamente fanno la spola tra i vari centri abruzzesi e la Capitale, sia per l’economia globale delle due regioni».
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