Terremoto, chiesto lo stato di emergenza
Oggi scuole aperte. La polizia dà la caccia a chi lancia falsi allarmi scossa.
L’AQUILA. Quattro nuove scosse di media intensità, due scuole dichiarate inagibili, il Comune che chiede al governo lo stato di emergenza, la caccia a chi negli ultimi giorni ha lanciato - su furgoni dotati di megafono - allarmi per scosse imminenti creando panico fra la popolazione. Per L’Aquila anche quella di ieri è stata un’altra giornata di tensione. Oggi scuole aperte.
Le forze dell’ordine hanno deciso di dare una caccia senza quartiere a chi va in giro annunciando scosse distruttive. Un fenomeno che fra lunedì e martedì, a seguito della scossa più forte, quella di magnitudo 4, ha creato in molti cittadini il panico e c’è chi ha dormito fuori casa. Sarebbero stati già individuati due furgoni sui quali erano stati montati megafoni coi quali venivano annunciati catastrofi imminenti.
Due giorni fa a Sulmona il sindaco Fabio Federico aveva deciso di denunciare Giampaolo Gioacchino Giuliani, aquilano, che sostiene di poter prevedere i terremoti e che domenica scorsa aveva telefonato al sindaco di Sulmona per annunciare una forte scossa. Prende le distanze da Giuliani anche il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente: «Sono un medico e mi attengo sempre alle evidenze scientifiche e a quanto viene riferito dagli organi ufficiali della protezione civile».
La giornata di ieri è stata scandita da 4 scosse (vedere grafico in basso): una in piena notte, un’altra poco dopo mezzogiorno e poi a metà pomeriggio e a sera. Lo “sport” preferito dagli aquilani in questi giorni è quello di “azzeccare” la magnitudo: «E’ due, no di più». Il tutto in attesa che l’istituto di geofisica dia la notizia ufficiale per poter dire: «Ho indovinato» oppure «Mi sembrava più forte». Ma sul terremoto c’è poco da scherzare. La scossa di lunedì ha creato un bel po’ di danni (oltre che paura) per essere stato un sisma di magnitudo 4.
SCUOLE E CASE. Due scuole, la elementare De Amicis e la materna Campanella nel quartiere Santa Barbara sono state dichiarate inagibili (allarme rientrato per la materna di Onna e la elementare di Roio). Ma poi ci sono le case private. I vigili del fuoco sono da tre giorni impegnati in continui sopralluoghi. Ne sono stati già fatti un centinaio ma si prevede di arrivare almeno a 500. Danni importanti in realtà ne sono stati visti pochi. Qualcuno mostra vecchie crepe che magari si sono «un po’ allargate» e qualche calcinaccio che si è staccato dal soffitto. Il tutto con la speranza che prima o poi possa arrivare qualche soldo dallo Stato per dare «una sistemata» e così far fronte, in futuro, a una scossa più forte. Il Comune attiverà un numero verde per le segnalazioni dei privati.
DANNI PER 15 MILIONI. Ieri in Comune c’è stata una riunione fra tecnici e sindaco per fare il punto della situazione. La decisione di chiedere lo stato di emergenza è stata presa in considerazione che, da una prima stima, potrebbero esserci danni per 15 milioni di euro. Soldi che serviranno soprattutto a mettere in sicurezza scuole e uffici pubblici (stamani ci sarà un sopralluogo anche a Palazzo Centi, sede della giunta regionale).
OGGI SCUOLE APERTE. Oggi, dopo due giorni di stop e controlli sugli edifici riaprono tutte le scuole (a parte la De Amicis e la Campanella). Probabile che nei prossimi giorni vengano fatte delle prove di evacuazione per essere tutti pronti a qualsiasi evenienza.
TRIBUNALE. Il Comune ha messo dei cartelli in tribunale per invitare gli utenti a non usare gli ascensori.
SCOPPITO. A Scoppito i volontari dell’associazione Grisù hanno installato tabelle nelle aree individuate per radunare la popolazione in caso di emergenza.