Terremoto, dopo 4 anni si farà un’esercitazione

L’assessore alla Protezione civile Riga ha incontrato Gabrielli a Roma Nelle aree di accoglienza i cittadini segnalano problemi e carenze

L’AQUILA. Un’esercitazione di protezione civile in cui coinvolgere anche altri comuni del cratere, quelli più vicini all’Aquila. È questa la proposta che il vicesindaco Roberto Riga ha lanciato ieri, nell’incontro avuto a Roma con il capo della Protezione civile Franco Gabrielli. «L’esercitazione è una necessità, ormai non più rinviabile, che bisognerà preparare a stretto giro di posta. Il Dipartimento si è messo a disposizione per organizzare l’iniziativa che, naturalmente, dovrà avere nella Regione il motore trainante. Domani incontreremo l’assessore regionale alla Protezione civile Gianfranco Giu liante, proprio per mettere a punto un programma sul quale cominciare a lavorare. L’esercitazione, che riguarderà prevalentemente il rischio sismico, vedrà protagoniste (in primo luogo) le associazioni di volontariato e coinvolgerà tutta la città». Quasi una corsa ai ripari per il Comune costretto a fare i conti con un nuovo sciame sismico che ha riacceso le polemiche sul piano di protezione civile «che non può ridursi», dicono alcuni cittadini, «alla sola presenza sul territorio di tre aree di accoglienza (Coppito, Paganica e Bazzano), anche se ben gestite da gruppi di volontari». «Una città che ha tutto il suo territorio sismico» afferma Da rio Verzulli (L’Aquila che vogliamo) «deve avere un piano di protezione civile adeguato, sempre. Non solo all’occorrenza delle prime scosse. I punti di riferimento devono essere spazi accessibili e conosciuti, utilizzati in genere per altre finalità ma che all’occorrenza possono diventare centri di accoglienza con tutti i servizi». Verzulli suggerisce «l’utilizzo, come poli di solidarietà, dell’ex Sercom di Pagliare di Sassa e del centro polifunzionale di Paganica». Critiche al Comune sono arrivate anche per l’assenza di bagni a Bazzano, a servizio della Tendamica utilizzata per la prima accoglienza, e per lo stato di «assoluta inagibilità» dell’area, a Tempera, indicata dal Comune come punto di raccolta in caso di calamità naturale. «Quell’area», afferma Andreino Risdonna, dell’amministrazione separata di Tempera, «è stata trasformata in un cantiere con tanto di deposito (recintato) di materiali edili. Uno spazio inutilizzabile. Ancora una volta quest’amministrazione dimostra di essere incapace di tutelare i cittadini».

Giuseppe Colageo (Uil) sollecita, invece, interventi per la messa in sicurezza, ad Arischia, di una strada nel centro storico su cui insistono edifici che rischiano di crollare. «Una situazione aggravata», dice, «dalle ultime scosse». Prevenzione e sicurezza, dunque. L’assessore Riga annuncia la richiesta di fondi per la protezione civile comunale e, in una nota, ringrazia «tutti i volontari che in questi giorni si sono prodigati per tenere aperte , riscaldate e predisposte per l’accoglienza della popolazione – in caso di scossa sismica – le tre maxitende a Coppito (Murata Gigotti), Paganica e Bazzano. Vorrei rivolgere un ringraziamento di cuore a queste persone che lasciano le loro famiglie per mettersi a disposizione della comunità. Un bell’esempio di generosità, altruismo e civiltà, orgoglio della nostra città e del Paese».

Intanto, a complicare le cose, ci si è messa anche la mancata proroga dei precari della Regione impiegati nella sala operativa della Protezione civile che risulta depotenziata. Da qui la richiesta, da più parti caldeggiata, del rinnovo dei contratti legati alla ricostruzione e al settore emergenziale.

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