Terremoto L'Aquila, stangata dei canoni al Progetto Case
Canoni per utenze domestiche e spese per gli spazi comuni: bollette da 3mila euro da pagare entro un mese. Raffica di proteste nei nuovi quartieri
L’AQUILA. La postina lascia la raccomandata al domicilio interessato ma dice alla destinataria: «Signora, non le auguro buona giornata perché il contenuto di questa lettera riguarda pure me. Come faremo non lo so». E la saluta. Il dialogo tra contribuenti cui tocca la stessa sorte avviene sul pianerottolo di uno dei 19 nuovi quartieri del Progetto Case. Tremila e trecento euro di bolletta, sotto l’unica dicitura «Sisma 2009, richiesta versamento acconto per utenze domestiche e spese per spazi comuni». E l’invito, perentorio, a pagare entro un mese dalla ricezione, in unica soluzione. Oppure in 18 «comode» rate mensili: 180 euro al mese.
CARTELLE PAZZE. Nelle case degli aquilani alloggiati negli appartamenti antisismici realizzati nell’era Berlusconi stanno piovendo le «cartelle pazze». Il Comune, che pensa di creare una struttura ad hoc per la gestione di questo patrimonio immobiliare tanto contestato, intanto batte cassa per il periodo di occupazione degli alloggi. Aprile 2010-30 novembre 2012, ad esempio, fanno tremila euro. Un calcolo basato su un’approssimazione, nell’attesa che si possa arrivare a «determinare con esattezza i consumi e i servizi di cui ciascun inquilino ha usufruito» e poter stabilire l’importo dovuto. Insomma, tremila euro per tutti. A titolo di «semplice acconto» che sarà oggetto di conguaglio «successivamente all’effettiva e dettagliata determinazione delle somme spettanti per ogni singolo alloggio». Della serie: intanto paga, poi si vedrà. Inutile dire che l’arrivo delle bollette sta scatenando una raffica di proteste dagli assegnatari che minacciano di non pagare. I cittadini hanno anche tirato fuori un riferimento normativo, il Dpr 412/93 «che fa riferimento espresso alle centraline presenti per ogni singola unità immobiliare per un sistema di contabilizzazione del calore» che specifica i consumi di ciascun utente. Insomma, i residenti non ci stanno a pagare «per noi e per gli altri». E la battaglia si annuncia aspra.
IL DIALOGO SU FACEBOOK. Tra i cittadini e il sindaco il dialogo va in scena sulla rete sociale di Facebook. Scrive Francesca: «Sindaco, è arrivata una raccomandata dal Comune di 3.297,96 euro di spese di condominio al Progetto Case. Ma come li paghiamo? Qua lavora solo mio marito che ha a carico me, in mobilità, e due figli. Ma è possibile che a casa mia in centro per 100 metri quadrati pagavo 70 euro a bimestre e per 63 metri quadrati qua così tanto? Non sono bollette, quelle le paghiamo ormai da anni, lo specifico per chi non lo sapesse. Mi sento male». La replica di Cialente: «Signora, io non credo che lei pagasse 35 euro di riscaldamento al mese. Ripeto, questi sono tre anni di riscaldamento che lei non ha pagato. A me sono arrivati, nei mesi scorsi, oltre 5500 euro di gas, perché sono rientrato dal 2010. Quindi questa bolletta equivale ai suoi consumi, consumi che lei ha avuto». Francesca controreplica: «Il riscaldamento non era centralizzato, dunque pagavo i consumi effettivi. Io voglio pagare quello che ho consumato effettivamente qui, come tutte le altre utenze che già pago da tempo. Ma lo sa, lei, cosa significa campare una famiglia di quattro persone con uno stipendio solo da commesso di centro commerciale? Pago, ma quello che mi spetta. Qui si sta scatenando il putiferio: troppo comodo fare a forfait, dire alla gente: intanto paga, poi, eventualmente, rimborsiamo! No! Io voglio pagare, ma quello che io ho consumato».
PER INFORMAZIONI. Il Comune ha attivato il numero verde 800-173666 (solo per chiamate da fisso) e 0862-320728 operativi dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 14 e dalle 15 alle 18 e lo sportello in via Roma (ufficio Anagrafe) aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12, il martedì e mercoledì dalle 15,30 alle 17,30.
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