Individuati tre punti per i «centri di attesa» e le aree di piazza d’Armi e Centi Colella per le tendopoli
Terremoto, sono migliaia le richieste di danni
Centinaia i sopralluoghi già eseguiti, il Comune istituisce un numero verde.
L’AQUILA. La terra trema ancora all’Aquila e dintorni, anche se gli esperti dicono che lo sciame sta diminuendo di intensità. Ieri sono state avvertite altre due scosse, la prima alle 11:46, magnitudo 2, la seconda alle 13:11, magnitudo 2.4. E sono migliaia le chiamate al centralino dei vigili del fuoco da parte di cittadini preoccupati per piccole crepe o lesioni nelle abitazioni. Il Comune istituirà un numero verde.
LE CHIAMATE. Da lunedì, giorno della scossa magnitudo 4, la più alta registrata da quando è attivo lo sciame sismico (dicembre scorso) e la più alta registrata all’Aquila dal 1967 a oggi - il 3 dicembre del ’67 ci fu una scossa di magnitudo 4.4, mentre quella del 1985 fu di magnitudo 3.9, ma provocò più danni perché l’epicentro era a Castel di Sangro e l’onda sismica fu ondulatoria -, sono state migliaia le chiamate arrivate al centralino dei vigili del fuoco e al Comune, settore Opere pubbliche, per segnalazioni di danni e richieste di intervento, da parte dei cittadini. Soltanto i vigili del fuoco hanno compiuto più di 350 sopralluoghi.
NUMERO VERDE. Il Comune istituirà entro brevissimo tempo un numero verde.
COSA SI DEVE FARE. «Una volta che il cittadino ha chiamato il numero verde, le telefonate verranno registrate e una commissione, costituita da tecnici dell’assessorato comunale e del provveditorato alle Opere pubbliche, farà i sopralluoghi per la verifica reale dei danni. Non nascondiamo», afferma l’assessore alle Opere pubbliche, Ermanno Lisi, «che contiamo ci sarà una buona percentuale di chiamate di persone che tenteranno di sfruttare la situazione. Ma i tecnici si accorgono se si tratta di lesioni recenti o vecchie».
L’ITER. Le perizie che verranno eseguite dai tecnici saranno trasmesse al ministero competente per la richiesta di risarcimento danni.
STATO DI CALAMITÀ. «Sarà poi il governo a decidere, intanto noi abbiamo già inviato al ministero una prima relazione con i danni agli edifici pubblici, in particolare le scuole, con la richiesta del riconoscimento dello stato di calamità, e una prima richiesta di 15 milioni di euro per intervenire subito sugli edifici scolastici», ha concluso Lisi.
CENTRI DI ATTESA. L’assessore alla Protezione civile, Roberto Riga, è pronto all’emergenza: «Il Piano del Comune è già scattato e la Protezione civile ci ha fatto anche i complimenti. Siamo nel modulo della “fase di attenzione”, comunque, non di emergenza, perché al momento non ci sono problemi seri. In ogni caso, abbiamo come centri di raccolta, o meglio “zone di attesa”, per la popolazione in caso di sisma importante, tre punti: 1) piazza Palazzo, 2) piazza Duomo; 3) l’area del Castello. Inoltre», spiega Riga, «per eventuali tendopoli sono state individuate le aree di piazza d’Armi e Centi Colella. Sono allertati, oltre a tutte le forze dell’ordine, alcune centinaia di volontari, dipendenti del Comune».