Thales Alenia apre l’impianto e assume
Nuovo stabilimento da 42 milioni realizzato in 22 mesi, dodici contratti a personale abruzzese formato a Milano
L’AQUILA. Il naso italiano che fiuta l’acqua su Marte. L’orecchio in grado di captare i messaggi che le sonde interplanetarie lanciano ai centri di controllo sulla Terra. L’occhio che rimanda da lassù le dolorose immagini della città devastata dal sisma e che presto tutti si augurano voglia restituire quelle dell’originale bellezza. O di qualcosa di molto simile. Si chiamano Sharad, Deep Space transponder, Cosmo Sky Med. Sono i prodotti made in L’Aquila della Thales Alenia Space, cioè satelliti, radar, sonde, sistemi elettronici, antenne, apparati realizzati mediante sofisticate tecnologie di microelettronica che nascono in città e volano nello spazio. Per essere impiegati nei più svariati campi. Dalla difesa e sicurezza all’osservazione e meteorologia, dal clima e monitoraggio ambientale alla scienza ed esplorazione di pianeti, asteroidi e comete.
IN 22 MESI. Tutto questo è di nuovo realtà da ieri, 4 anni, 7 mesi, 27 giorni, 9 ore, 17 minuti e 46 secondi (per fissare l’attimo viene fermato il grande cronometro) dopo il sisma che quella notte si è portato via, con le altre 308, anche la vita della dipendente Michela Rossi. Il suo nome è scritto, sì, su una targa che dà il nome a una delle sale del moderno stabilimento. Ma soprattutto nel cuore di chi le ha voluto bene. Qui – nel nuovo sito da 16mila metri quadri coperti (57mila la superficie complessiva) e 42 milioni sorto in 22 mesi su vecchi terreni agricoli di Campo di Pile resi edificabili («via lacci e lacciuoli», declamano prima il sindaco Massimo Cialente e poi il sottosegretario Roberta Pinotti) diventati l’avamposto del nucleo industriale verso Genzano di Sassa – sono arrivati davvero tutti per sentire l’applauso scrosciante a Pier Francesco Guarguaglini, uscito di scena da Finmeccanica, ma comunque in prima fila, dopo le inchieste della Procura di Roma e il proscioglimento. Battono le mani, tra gli altri, l’immancabile Gianni Letta, il presidente emerito del Senato Franco Marini, l’arcivescovo emerito Giuseppe Molinari. È stato Guargaglini, dice l’ad di Finmeccanica Alessandro Pansa, a insistere affinché Thales Alenia Space (67% di Thales e 33% di Finmeccanica, giro d’affari 2 miliardi nel 2010 e 7200 dipendenti in 10 siti in mezza Europa) restasse all’Aquila dopo che il vecchio stabilimento di via Pile 60 era rimasto danneggiato dal terremoto. Così, dopo il primo trasloco a Roma, è arrivato il secondo, per la sede provvisoria nel sito ex Finmek, quindi il terzo, per l’impianto nuovo di zecca dove entro febbraio 2014 verrà completato il trasferimento dei 307 lavoratori (tra progettisti e tecnici di produzione).
POSTI DI LAVORO. La Uil, attraverso il segretario provinciale Michele Lombardo, parla di «sessanta assunzioni entro il 2015». Più cauto Giovanni Fuggetta (vice-president centro competenza elettronica) che ricorda i 12 abruzzesi «formati a Milano e assunti nel sito aquilano» e lega i nuovi contratti al business «e quindi alle commesse che si acquisiranno». E qui, della serie le dolenti note, si registra l’allarme di Marco Airaghi (cda Agenzia spaziale italiana): «Pochi i 503 milioni del Miur, bastano solo a mantenere le sedi». La denuncia pare non turbare il clima di festa attorno a Jean Loic Galle (president e ceo Thales Alenia Space) ed Elisio Prette (presidente e ad Thales Alenia Space Italia) per il taglio del nastro. Motivo di «grande orgoglio» anche per il presidente della Regione Gianni Chiodi.
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