Thales Alenia Space ottanta dipendenti in cassa integrazione

Parte dei 300 tecnici a casa per 13 settimane, lo stop legato al mancato finanziamento del programma Cosmo-SkyMed

L’AQUILA. A casa per 13 settimane 80 dei 300 dipendenti aquilani della Thales Alenia Space. Il settore spaziale resta senza fondi e l’azienda è costretta a ricorrere alla cassa integrazione ordinaria. Un provvedimento che coinvolge 350 persone, tra le sedi di Roma, Milano e L’Aquila, annunciato dall’amministratore delegato Elisio Giacomo Prette, ma bocciato dai sindacati. Verrà chiesto un incontro con il governo e con Finmeccanica e non si escludono azioni di protesta.

La Thales Alenia Space, leader europeo per i sistemi satellitari, è una joint venture tra la francese Thales (67%) e l’italiana Finmeccanica (33%). Il nuovo sito aquilano, realizzato dopo il sisma a Campo di Pile con un investimento di 42 milioni di euro, è ripartito a pieno regime dal mese di dicembre. Lo stop all’attività è legato al mancato finanziamento del programma Cosmo-SkyMed, il sistema spaziale per l’osservazione della terra considerato tra i più avanzati al mondo. Il ricorso alla cassa integrazione riguarderà tecnici e ingegneri: 80 all’Aquila, 80 a Milano e 190 a Roma. «I numeri annunciati nel corso del tavolo nazionale», spiega Cinzia Ghizzoni, Rsu della Fiom, «sono preoccupanti e purtroppo non risparmiano il sito aquilano, che è un centro di eccellenza tornato da poco in piena attività. Il problema è che – a fronte di un contratto già firmato e in parte già finanziato dall’Asi, l’Agenzia spaziale italiana – il governo è attualmente inadempiente: se non viene erogata la tranche principale il progetto resta fermo. Per tamponare la situazione l’azienda ha deciso di ricorrere alla cassa integrazione ordinaria, per 13 settimane, e anche se abbiamo rigettato la proposta, l’intenzione è di attivarla entro pochi giorni. Adesso tutti i lavoratori verranno informati e insieme metteremo in campo le azioni necessarie. Contemporaneamente», sottolinea Ghizzoni, «si chiederà un incontro urgente con il governo e con l’amministratore delegato di Finmeccanica Mauro Moretti».

Il programma Cosmo-SkyMed si regge sui fondi del dicastero della Ricerca scientifica. I sindacati si stanno muovendo anche a livello nazionale: il taglio dei finanziamenti alla ricerca spaziale viene ritenuto un atto molto grave, inserito in un difficile contesto occupazionale. Inoltre, si rischia di azzerare le potenzialità di crescita di un settore che in Italia è stato sempre all’avanguardia. Nello stabilimento aquilano ci sono problemi anche per un’altra importante commessa, bloccata a causa della tensione in atto tra Russia e Ucraina. La sede del capoluogo d’Abruzzo, attiva da 30 anni, è specializzata nella produzione di equipaggiamenti elettronici per satelliti, antenne e altre strutture per telecomunicazioni e telerilevamenti spaziali. Il sisma del 2009 ha reso inagibile l’immobile del polo elettronico e il nuovo sito da 16mila quadrati coperti (57mila la superficie complessiva) è stato costruito a Campo di Pile in 22 mesi e inaugurato lo scorso 3 dicembre, con il rientro graduale dei 300 dipendenti, che erano stati dislocati in altre sedi. Nonostante le difficoltà del post-terremoto, i vertici aziendali non hanno mai messo in discussione la permanenza della Thales all’Aquila, considerata finora una delle poche aziende solide del territorio.

Romana Scopano

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