Tornimparte, dopo la festa arriva la multa

Il comitato di Villagrande nel mirino dei carabinieri: dovrà pagare una sanzione di 1000 euro

TORNIMPARTE. Occupazione di suolo pubblico con un gazebo «di colore blu», musica non interrotta entro i limiti previsti dal Regolamento (mezzanotte e venti invece che mezzanotte) e fuochi d’artificio anticipati rispetto all’orario prefissato (22,45 invece che le 23) e «in assenza delle squadre antincendio». Con queste motivazioni i Carabinieri di Tornimparte hanno inflitto una multa di oltre mille euro al Comitato dei festeggiamenti di San Panfilo (Santo Patrono di Villagrande). A memoria d’uomo, mai a Tornimparte il procuratore di una festa patronale è stato multato. E adesso mezzo paese è in rivolta contro i carabinieri e «l’esagerata» contravvenzione che, per i devoti, «è una contravvenzione al Santo».

«Ma quale gazebo», spiega il procuratore, Angelo Tarquini, «si trattava di un telo messo sulla testa dei musicisti per proteggerli dall’umidità». «E poi», aggiunge, «i due suonatori d’organetto hanno smesso di suonare a mezzanotte e venti: mille euro di multa per 20 minuti di ritardo?». Quanto ai fuochi pirotecnici, anticipati di 20 minuti, «più che una multa sarebbe bastata una tirata d’orecchie», dice qualcuno. Tarquini contesta anche la modalità con cui la multa è stata comunicata: 4 mesi più tardi rispetto allo svolgimento della festa, il 28 e 29 aprile, il 18 luglio scorso.

Fatto sta, che adesso nelle casse del comitato delle 5mila euro raccolte per la festa, ne sono rimaste 100: i soldi avanzati (mille euro) sono stati utilizzate per fare alcune sistemazioni nella chiesa di San Panfilo. Il comitato non è rimasto a guardare e dopo essersi rivolto al Santo, è andato dall’avvocato Lorenzo Di Marzio, compaesano e anche lui devoto, che sta preparando un ricorso al Tribunale.

Intanto i procuratori della festa di San Panfilo si preparano ad avviare una raccolta di firme tra i residenti di Villagrande per protestare contro quello che hanno inteso come «un affronto». «Viene meno, in questo modo», aggiunge Tarquini, «il rapporto di fiducia fra cittadini e forze dell’ordine».

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