Traversi: chi ci ostacola deve morire
L'Aquila, le intercettazioni sulla truffa svelano indagati disposti a tutto
L'AQUILA. Le carte in mano alla magistratura e ai carabinieri del Noe di Pescara sulla presunta tentata truffa da 12 milioni con fondi per il sociale lasciano spazio all'ipotesi che il sodalizio Eurispes, fondato dall'indagato Fabrizio Traversi, fosse uno strumento per creare dividendi in nero. L'Eurispes Abruzzo, nata come centro studi, è una associazione senza fine di lucro, costituita circa un anno fa nello studio di un notaio aquilano.
Tutta l'inchiesta, va ricordato, poggia sul tentativo di intascare 12 milioni, soldi destinati ai progetti per le popolazioni colpite dal sisma, con particolare attenzione a bimbi e anziani. Questo avvalendosi di associazioni create «alla bisogna». Principali indagati per truffa sono il professor Fabrizio Traversi, 62 anni, consulente della presidenza del Consiglio, segretario generale della Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo e il medico Gianfranco Cavaliere, 35 anni, (uomo di Carlo Giovanardi): entrambi sono ai domiciliari. Tre le altre persone sospettate. Si tratta di Silvano Cappelli, sindaco di San Demetrio, 40 anni, Nicola Ferrigni, presidente di Eurispes Abruzzo e Mahmoud Srour detto Mimmo, 63 anni, ingegnere siriano, ex assessore regionale e provinciale.
Ma torniamo a parlare dell'Eurispes: soci fondatori risultano Nicola Ferrigni, Gianfranco Cavaliere, Silvano Cappelli, Angelo Taffo, Augusto Ippoliti e Daniele Di Marzio. Secondo le carte del giudice per le indagini preliminari, Marco Billi «L'Eurispes è parte di un artificio di Traversi e Cavaliere "per fare soldi" vincolando ad esso i Comuni che aderiscono alla Fondazione Abruzzo Solidarietà e imprese che vogliano sottoscrivere contratti con la Curia arcivescovile». Ancora più pesanti i sospetti del Pm inseriti nelle carte del giudice: «Gli indagati intendono creare cospicui dividendi in nero sfruttando l'opera di ricercatori e stagisti». Insomma si tratta di accuse ancora tutte da dimostrare da parte della procura della Repubblica ma anche poggiano su intercettazioni con chiare ipotesi di «lavoro». Dice Cavaliere: «Un'azienda ti affida 100mila euro per fare una politica. Con questi 100mila euro a cinque ragazzi gli fai un contratto di 3 mesi a mille euro. Quello che rimane, 63mila euro si divide tra i soci». Il ragionamento non fa una grinza solo che la Eurispes Abruzzo era nata come associazione privata non a fine di lucro.
Ci sono poi altre intercettazioni in cui si delineano scelte che con la legalità avrebbero poco a che spartire. «Si devono fare soldi» dice Nicola Ferrigno e Cavaliere incalza: «Appunto, ma l'Eurispes serve a questo».
E' proprio il comportamento ostile di Angelo Taffo presidente di Confartigianato e titolare di una impresa di onoranze funebri, a far infuriare Traversi il quale conversando con il consigliere comunale Vito Albano (persona del tutto estranea ai fatti) definisce Taffo «totalmente inaffidabile». Al punto che in una intercettazione Fabrizio Traversi dice poco elegantemente al suo interlocutore: «Ti pare che mi faccio fregare, io di Trastevere, da un cassamortaro?». E per restare in tema Traversi ha anche detto, senza rivolgersi a qualcuno in particolare «chi si mette contro di noi deve morire».
Questo filone investigativo fa il paio con un altro parallelo: la procura ha posto la propria attenzione sulla creazione del consorzio, «L'Aquila ricerche». Esiste il fondato sospetto, secondo il giudice per le indagini preliminari sulla scorta delle informative della procura, che il sodalizio debba essere, nelle idee degli indagati, il destinatario autentico dei fondi richiesti per il sociale. In altri termini i due sembra intendano distrarre una parte importante della somma richiesta alla presidenza del consiglio «con il fine di investire tali risorse nel consorzio ricevendone molteplici vantaggi economici diretti». Tra i tentativi che la procura individua come un mezzo per far soldi c'è la creazione pure di una banca.
C'è dell'altro. Il giudice per le indagini preliminari, come è noto, ha sollecitato la procura affinchè accerti se il comportamento dei due vescovi, Giuseppe Molinari e Giovanni D'Ercole sia stato corretto. Dalle intercettazioni l'impressione è che i religiosi siano delle «vittime» visto che non esistono frasi compromettenti. Gli indagati, è lo stesso giudice a dirlo, hanno rappresentato all'Arcidiocesi la sussistenza di legami solidi con diversi personaggi politici e hanno riferito di incontri mai tenuti e di direttive politiche mai ricevute. Ma al giudice questo non sembra bastare. «È da rilevare» dice il gip, «che tanto l'associazione L'Aquila città territorio quanto la fondazione hanno la propria sede presso la Curia vescovile, che l'arcivescovo Molinari ha partecipato alla fondazione fin dall'atto costitutivo e che Molinari e D'Ercole hanno partecipato personalmente all'incontro a palazzo Chigi con il sottosegretario Giovanardi, Chiodi, Cialente e De Matteis».
Tutta l'inchiesta, va ricordato, poggia sul tentativo di intascare 12 milioni, soldi destinati ai progetti per le popolazioni colpite dal sisma, con particolare attenzione a bimbi e anziani. Questo avvalendosi di associazioni create «alla bisogna». Principali indagati per truffa sono il professor Fabrizio Traversi, 62 anni, consulente della presidenza del Consiglio, segretario generale della Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo e il medico Gianfranco Cavaliere, 35 anni, (uomo di Carlo Giovanardi): entrambi sono ai domiciliari. Tre le altre persone sospettate. Si tratta di Silvano Cappelli, sindaco di San Demetrio, 40 anni, Nicola Ferrigni, presidente di Eurispes Abruzzo e Mahmoud Srour detto Mimmo, 63 anni, ingegnere siriano, ex assessore regionale e provinciale.
Ma torniamo a parlare dell'Eurispes: soci fondatori risultano Nicola Ferrigni, Gianfranco Cavaliere, Silvano Cappelli, Angelo Taffo, Augusto Ippoliti e Daniele Di Marzio. Secondo le carte del giudice per le indagini preliminari, Marco Billi «L'Eurispes è parte di un artificio di Traversi e Cavaliere "per fare soldi" vincolando ad esso i Comuni che aderiscono alla Fondazione Abruzzo Solidarietà e imprese che vogliano sottoscrivere contratti con la Curia arcivescovile». Ancora più pesanti i sospetti del Pm inseriti nelle carte del giudice: «Gli indagati intendono creare cospicui dividendi in nero sfruttando l'opera di ricercatori e stagisti». Insomma si tratta di accuse ancora tutte da dimostrare da parte della procura della Repubblica ma anche poggiano su intercettazioni con chiare ipotesi di «lavoro». Dice Cavaliere: «Un'azienda ti affida 100mila euro per fare una politica. Con questi 100mila euro a cinque ragazzi gli fai un contratto di 3 mesi a mille euro. Quello che rimane, 63mila euro si divide tra i soci». Il ragionamento non fa una grinza solo che la Eurispes Abruzzo era nata come associazione privata non a fine di lucro.
Ci sono poi altre intercettazioni in cui si delineano scelte che con la legalità avrebbero poco a che spartire. «Si devono fare soldi» dice Nicola Ferrigno e Cavaliere incalza: «Appunto, ma l'Eurispes serve a questo».
E' proprio il comportamento ostile di Angelo Taffo presidente di Confartigianato e titolare di una impresa di onoranze funebri, a far infuriare Traversi il quale conversando con il consigliere comunale Vito Albano (persona del tutto estranea ai fatti) definisce Taffo «totalmente inaffidabile». Al punto che in una intercettazione Fabrizio Traversi dice poco elegantemente al suo interlocutore: «Ti pare che mi faccio fregare, io di Trastevere, da un cassamortaro?». E per restare in tema Traversi ha anche detto, senza rivolgersi a qualcuno in particolare «chi si mette contro di noi deve morire».
Questo filone investigativo fa il paio con un altro parallelo: la procura ha posto la propria attenzione sulla creazione del consorzio, «L'Aquila ricerche». Esiste il fondato sospetto, secondo il giudice per le indagini preliminari sulla scorta delle informative della procura, che il sodalizio debba essere, nelle idee degli indagati, il destinatario autentico dei fondi richiesti per il sociale. In altri termini i due sembra intendano distrarre una parte importante della somma richiesta alla presidenza del consiglio «con il fine di investire tali risorse nel consorzio ricevendone molteplici vantaggi economici diretti». Tra i tentativi che la procura individua come un mezzo per far soldi c'è la creazione pure di una banca.
C'è dell'altro. Il giudice per le indagini preliminari, come è noto, ha sollecitato la procura affinchè accerti se il comportamento dei due vescovi, Giuseppe Molinari e Giovanni D'Ercole sia stato corretto. Dalle intercettazioni l'impressione è che i religiosi siano delle «vittime» visto che non esistono frasi compromettenti. Gli indagati, è lo stesso giudice a dirlo, hanno rappresentato all'Arcidiocesi la sussistenza di legami solidi con diversi personaggi politici e hanno riferito di incontri mai tenuti e di direttive politiche mai ricevute. Ma al giudice questo non sembra bastare. «È da rilevare» dice il gip, «che tanto l'associazione L'Aquila città territorio quanto la fondazione hanno la propria sede presso la Curia vescovile, che l'arcivescovo Molinari ha partecipato alla fondazione fin dall'atto costitutivo e che Molinari e D'Ercole hanno partecipato personalmente all'incontro a palazzo Chigi con il sottosegretario Giovanardi, Chiodi, Cialente e De Matteis».
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