Tre processi post-sisma a rischio prescrizione
Timori per il caso Bertolaso, gli isolatori antisismici e la Casa dello studente Ma vanno a rilento anche altri procedimenti a causa delle mancate notifiche
L’AQUILA. Il timore di molte parti civili che i processi avviati in seguito al sisma siano cancellati dalla prescrizione non sembra campato in aria. Prescrizione che, riguardando reati colposi, non va oltre i 7 anni e mezzo per i fatti risalenti al 2009 o giù di lì.
Uno di questi è quello riguardante la presunta frode nelle pubbliche forniture per gli isolatori antisismici che sono stati montati nel Progetto Case. Sotto accusa ci sono Agostino Marioni e Gian Michele Calvi oltre a Mauro Dolce, il quale ha scelto il rito abbreviato ed è stato condannato a un anno di reclusione con i benefìci di legge.
L’inchiesta ruota sulla mancata omologazione degli isolatori. Una vicenda che ha reso inevitabile, durante le fasi istruttorie, di far periziare gli isolatori in un laboratorio di San Diego negli Stati Uniti con una spesa di centinaia di migliaia di euro compresi quelli per il trasporto dei pesanti isolatori. La perizia sugli isolatori presi a campione avrebbe confermato che almeno alcuni di questi strumenti non sarebbero stati adatti a fronteggiare un forte sisma.
Il processo ai due imputati va avanti da tempo e, anche per via di una serie di rinvii per le notifiche non andate a buon fine, la lettura della sentenza di primo grado è lontana. Per restare alle ultime udienze, il processo era stato fissato al 3 aprile scorso e poi all’inizio di ottobre senza che si facesse alcun atto istruttorio. La fissazione della prossima udienza al 3 febbraio 2015 ha fatto insorgere l’avvocato di parte civile, Lorenzo Cappa, che ha mostrato il suo disappunto.
Il caso-Bertolaso, o Grandi Rischi-bis, è ancora più indietro visto che qui di processo ancora non si parla. Al massimo, per febbraio del prossimo anno, ci potrebbe essere la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura generale che contesta l’omicidio colposo plurimo all’ex capo della Protezione civile accusato di avere suggerito agli scienziati di inviare alla popolazione il messaggio rassicurante su un possibile forte sisma in occasione della riunione del 31 marzo 2009.
Sta di fatto che, anche se il gup del tribunale accogliesse la richiesta, l’ipotetico processo potrebbe essere incardinato entro il 2015 ma, a meno di una corsia preferenziale da parte dei magistrati, non sarà affatto facile definirlo nei tre gradi di giudizio entro gli angusti termini previsti. Le parti lese sono assistite dagli avvocati Angelo Colagrande e Stefano Parretta.
Il processo sul crollo della Casa dello studente, dove morirono otto giovani, è in fase molto più avanzata visto che il primo grado si è concluso con 4 condanne. Tuttavia il timore delle parti civili era stato esplicitato per il fatto che, nonostante fossero passati parecchi mesi dalla sentenza, gli atti non erano stati ancora inviati alla Corte di appello.
Gli avvocati Simona Fiorenza (che assiste i familiari di Francesco Esposito, l’unica vittima aquilana del crollo), e Wania Della Vigna, che tutela gli interessi dei familiari di vittime come pure di superstiti, pur manifestando massima fiducia nei giudici, stanno ipotizzando di inoltrare un’istanza ufficiale di fissazione per il giudizio di appello, qualora ciò non venisse fatto entro gennaio del prossimo anno.
Anche se tutte le parti dei processi sono concordi nel ritenere che la mancanza di personale negli uffici giudiziari sia la causa prima di questi insopportabili ritardi.
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