Tremonti: "Niente nuove tasse"Fini: "Giusto accertare responsabilità"Onna, le campane tornano a suonare

Niente nuove tasse per finanziare la ricostruzione in Abruzzo dopo il terremoto. Lo ha detto il ministro dell'economia Giulio Tremonti. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha spiegato che considera "giusto il sentimento che si accertino eventuali responsabilità" dei danni provocati dal terremoto. Va avanti l'inchiesta sui crolli: gli avvisi di garanzia sono pronti. Da lunedì la procura convocherà costruttori, amministratori pubblici e liberi professionisti che possono finire sul registro degli indagati. Da Onna arriva un segnale di speranza: le campane della chiesa, recuperate dopo il sisma, hanno ricominciato a suonare

Mentre infuriano le polemiche sulle inchieste della magistratura che riguardano i crolli sospetti, da Onna, il centro diventato simbolo del terremoto, arriva un segnale di speranza: le campane del paese, a due settimane dal sisma, hanno ricominciato a suonare. Le due campane sono state infatti recuperate tra le macerie dai militari e dai vigili del fuoco e sono state sistemate su un traliccio di legno che sostituisce ora il campanile, fatto crollare, così come la chiesa, dalla scossa del 6 aprile.

Intanto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha ribadito che non ci saranno nuove tasse per sostenere la ricostruzione dell'Abruzzo. "Non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini, non ce ne è bisogno".

Le polemiche sulle inchieste
Dopo le frasi pronunciate sabato dal presidente della Repubblica  Giorgio Napolitano e dal premier Silvio Berlusconi, il presidente della Camera Gianfranco Fini è intervenuto sul tema del rispetto delle regole, sulla prevenzione e sull'accertamento delle resposabilità. Alla festa dei piccoli comuni Fini ha spiegato che considera "giusto il sentimento che si accertino eventuali responsabilità" dei danni provocati dal terremoto in Abruzzo. "La vicenda abruzzese - ha spiegato il presidente della Camera - deve massimamente indurre gli amministratori, chi governa ed i parlamentari a non transigere nella prevenzione e nel rispetto delle regole. Se ciò non avviene, le conseguenze le vediamo tutti. Sono angoscianti e provocano il giusto sentimento di chiedere l'accertamento di eventuali responsabilità ".

Napolitano: "Danni aggravati dal mancato rispetto delle regole"
Sabato Napolitano era intervenuto sul tema sostenendo che i danni del sisma sono stati aggravati dal «disprezzo delle regole». Il presidente della Repubblica non ha risparmiato accuse, davanti a un bilancio di 302 morti e 66mila sfollati: «Quando oggi pensiamo e soffriamo per le vittime e per i danni provocati dal terremoto in Abruzzo», ha detto Napolitano, «non possiamo non ritenere che anche qui abbiano contato in modo pesante e abbiano contribuito alla gravità del danno e del dolore umano comportamenti di disprezzo dell’interesse generale e dell’interesse dei cittadini». E ancora: «Non sono stati forse questi fenomeni e questi comportamenti», legati «a un indubbio e allarmante decadimento di valori spirituali, umani e morali», a rappresentare «una delle cause della crisi che oggi affligge le nostre economie e le nostre società?». La risposta è un monito: «Parlo di comportamenti dettati da avidità, dalla sete di ricchezza e di potere, dal disprezzo dell’interesse generale».

Berlusconi: "Prima che alle inchieste pensiamo alla ricostruzione"

Nelle stesse ore il premier, all'Aquila per visitare una tendopoli, aveva polemizzato con la stampa e i magistrati. «Io non credo che un costruttore non metta il ferro nelle travi di cemento. Sarebbe un pazzo o un criminale», aveva detto. «Piuttosto, credo che sia mancato il controllo da parte di chi era preposto a farlo, e in questo caso parlo delle amministrazioni di centrosinistra e non certo della mia parte politica. Secondo Berlusconi «le case cadute sono in gran parte vecchie, fatte di mattoni e non di cemento armato. Sono case costruite senza nessuna conoscenza delle tecnologie antisismiche con tecniche e materiali che negli anni ’60-’70 non erano quelli di oggi. Se responsabilità ci saranno, emergeranno», ha detto Berlusconi. «Per favore, adesso non riempiamo i giornali di inchieste e pensiamo a ricostruire senza andare dietro a storie che sono già successe. Prima di asserire che ci sono delle responsabilità devono esserci delle prove convincenti. È giusto che si faccia chiarezza su quanto è avvenuto. Ben vengano le inchieste ma credo che dovremmo mettere l’accento sulla ricostruzione. Se delle responsabilità ci saranno, ci saranno». Berlusconi ricorda «una storia che mi raccontava mio padre. Mi diceva che se uno nasce col piacere di fare del male ha tre scelte: può fare il delinquente, o il pm o il dentista. I dentisti si sono emancipati, e adesso esiste l’anestesia...».

 Il Papa ha anticipato al 28 aprile la sua visita tra i terremotati. Visiterà Onna e si raccoglierà in preghiera davanti alla Casa dello studente, tomba di tanti ragazzi. Perché, ha detto Benedetto XVI, «ben più grave» dei danni materiali prodotti dal terremoto è la «rovina» delle persone e delle comunità. Ieri la terra ha tremato altre 4 volte, con lievi scosse.

Inchiesta sui crolli, pronti i primi avvisi di garanzia
Sul fronte inchiesta, sono pronti a partire i primi avvisi di garanzia. Solo ieri sono stati interrogati oltre venti ragazzi scampati al crollo della Casa degli studenti. Sono stati sentiti anche a Cosenza, Roma, Avellino. I ragazzi parlano di una catastrofe annunciata. Intanto, Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, ritiene necessaria l’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali: «E’ un’idea alla quale pensiamo, in fondo in tutti i Paesi civili c’è. Le compagnie assicurative andrebbero a verificare la regolarità degli interventi e dei beni da assicurare e i governi locali si assumerebbero maggiori responsabilità».

Polemiche sulla lista dei comuni terremotati stilata dalla Protezione civile

 Non si placano le polemiche sui Comuni esclusi dalla lista Bertolaso. L’ordinanza che inserisce 50 centri nell’elenco dei Comuni terremotati potrà essere ampliata, «ma senza passare da 50 a 150», ha detto a Pescara il capo della Protezione civile, rispondendo alle lamentele di sindaci e presidenti di provincia. «Valuteremo in maniera rigorosissima le segnalazioni, le proteste, tutte le situazioni. Continueremo le verifiche e, sulla base di fatti concreti, il numero dei Comuni terremotati potrà essere ampliato».