«Trovata acqua in travi e pilastri»
Casa dello studente, i consulenti delle parti civili
L’AQUILA. La scala di emergenza non era attaccata alla struttura e questo sarebbe stata una conseguenza dei lavori di ristrutturazione effettuati di recente alla Casa dello studente. E’ quanto scaturisce dalle perizie delle parti civili i cui consulenti, comunque, hanno partecipato alle operazioni di verifica insieme a quelli della procura. Tra breve, comunque, verranno consegnati gli avvisi di garanzia a 12 sospettati. Tra le altre cause dei crolli, sempre secondo tesi delle parti civili, oltre ai ben noti sovraccarichi dei pannelli solari e di un serbatoio sul tetto, c’è un altro elemento: i pilastri della struttura erano intrisi di acqua e umidi. Questo in seguito alle infiltrazioni susseguenti alla mancata impermeabilizzazione del terrazzo. Che i pilastri siano stati danneggiati per le infiltrazioni lo si evince dalla presenza di scaglie sulle colonne. Sempre i periti, tra i quali c’è anche l’ingegnere aquilano Alessio Anzuini, ritengono che il cemento sia di buona qualità. Per individuare i limiti strutturali sono state tagliate le travi per verificarne la consistenza.
Ieri, sempre in relazione alla Casa dello studente, l’ingegnere Giuseppe Carraro Moda, ex docente di estimo della facoltà di ingegneria dell’università dell’Aquila, ha incontrato il pm Alfredo Rossini e poi il sostituto Fabio Picuti per spiegare la sua tesi sul crollo della Casa dello studente. Carraro Moda ha sottolineato che in relazione ai crolli del 6 aprile «effettivamente la sorveglianza sulla edilizia era scarsa e le imprese facevano quello che volevano, anche delle cose non regolari». Il professore ricordato che una studentessa sua ex allieva (poi deceduta) all’università dell’Aquila che alloggiava nella casa dello studente, il giorno prima del tragico sisma lo ha chiamato chiedendo un suo intervento per verificare le condizioni della struttura. «Non potendo intervenire, ho raccomandato loro di stare il meno possibile dentro tornando all’Aquila il lunedì». Il pm Rossini, infine, ha ribadito che non ci sarà prescrizione per i reati legati ai crolli. Oggi, infine, si dovrebbe conoscere il numero degli indagati per il crollo del convitto nazionale.
Ieri, sempre in relazione alla Casa dello studente, l’ingegnere Giuseppe Carraro Moda, ex docente di estimo della facoltà di ingegneria dell’università dell’Aquila, ha incontrato il pm Alfredo Rossini e poi il sostituto Fabio Picuti per spiegare la sua tesi sul crollo della Casa dello studente. Carraro Moda ha sottolineato che in relazione ai crolli del 6 aprile «effettivamente la sorveglianza sulla edilizia era scarsa e le imprese facevano quello che volevano, anche delle cose non regolari». Il professore ricordato che una studentessa sua ex allieva (poi deceduta) all’università dell’Aquila che alloggiava nella casa dello studente, il giorno prima del tragico sisma lo ha chiamato chiedendo un suo intervento per verificare le condizioni della struttura. «Non potendo intervenire, ho raccomandato loro di stare il meno possibile dentro tornando all’Aquila il lunedì». Il pm Rossini, infine, ha ribadito che non ci sarà prescrizione per i reati legati ai crolli. Oggi, infine, si dovrebbe conoscere il numero degli indagati per il crollo del convitto nazionale.