Truffa, dal gip ex dirigente dell’Aquila calcio

Presunto raggiro a un giovane atleta, fissata l’udienza per Ranucci dopo lo stop all’archiviazione

L’AQUILA. Il procedimento penale su una presunta truffa ai danni di un giovane calciatore che doveva essere tesserato per L’Aquila ha una coda.

Il procedimento principale, trasferito a Teramo per competenza territoriale visto che il reato sarebbe stato commesso a Giulianova, vede tra gli accusati per truffa il responsabile dell’area tecnica del club rossoblù Ercole Di Nicola.

Secondo l’accusa, ancora tutta da provare, la famiglia del giovane calciatore straniero sostiene di avere sborsato dei soldi per vitto, alloggio, e altro senza che il giovane atleta avesse mai giocato una sola partita.

Nella stessa vicenda c’è ora da valutare la posizione di un altro indagato, Antonio Ranucci, ex responsabile della segreteria del club aquilano.

La Procura della Repubblica ha chiesto nei suoi confronti l’archiviazione.

Ma gli avvocati di parte civile hanno fatto opposizione e il giudice per le indagini preliminari del tribunale ha fissato un’udienza per il 16 novembre.

In quella data, oppure nei giorni immediatamente successivi, il giudice, sentite le ragioni della controparte, potrà archiviare definitivamente il caso. O, nell’ipotesi contraria, inviare gli atti alla Procura di Teramo per competenza.

Un altro aspetto di questa vicenda è che, per quanto di sua competenza, la Procura federale della Figc ha avviato una propria inchiesta per verificare se possano esserci o meno degli illeciti sportivi. La prassi, in questi casi, prevede la richiesta degli atti da parte degli 007 federali agli uffici giudiziari aquilani che hanno ricevuto l’istanza. Nessuno, nemmeno gli stessi investigatori, sono in grado di prevedere se i possibili effetti di questo procedimento potranno riverberarsi o meno sulla società.

Di contro si sostiene che il calciatore non è stato mai tesserato con L’Aquila per cui comunque l’illecito sportivo sarebbe insussistente. Secondo la difesa, inoltre, il tesseramento non ci sarebbe stato anche per intoppi legati alla nazionalità del giovane atleta, e non per cattiva volontà del club aquilano. Va anche precisato che lo stesso Di Nicola ha assicurato, in più sedi, di non avere mai incassato assegni per lui e nemmeno per il club in riferimento a quei fatti che sono avvenuti due anni fa.

Le parti offese sono rappresentate da un avvocato del Foro di Torino e dall’avvocato Giulio Lazzaro.

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