Truffa dei soldi all’estero, sei indagati
La Procura cristallizza le accuse per l’ex city manager Cordeschi: ha raggirato gli investitori promettendo falsi guadagni
L’AQUILA. La società di cui si diceva amministratore si chiamava «Maestro». Ma secondo la Procura l’ex city manager del Comune dell’Aquila Massimiliano Cordeschi ne ha messa davvero poca, di maestria, quando si è fatto consegnare tutti quei soldi da ignari (?) investitori senza poi restituirli integralmente. Figuriamoci, poi, i guadagni promessi, che andavano dal 10 al 15 per cento e, in certi casi, fino al 20. Un giro d’affari da quattro milioni e più di euro messo in piedi faticosamente negli ambienti che contano. E crollato, alla fine, come un castello di carte. Ora il pm Simonetta Ciccarelli ha cristallizzato le accuse nei confronti del 45enne ex manager comunale e di altre cinque persone, coinvolte a vario titolo in un raggiro internazionale che ha portato gli investigatori a varcare i confini, fino ad arrivare in Romania, dove si sarebbero dovute concretizzare le promesse di Cordeschi a numerosi professionisti ed esponenti della cosiddetta L’Aquila-bene, attraverso investimenti immobiliari.
SEI INDAGATI. Avrebbe dovuto scatastare mezza città – almeno con questi auspici era partita l’investigazione – e invece l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ha lasciato in piedi sei posizioni di altrettanti sospettati, a fronte degli iniziali 14. Per otto, insomma (tra i quali il consigliere comunale Idv Giuliano Di Nicola, assistito dall’avvocato Ubaldo Lopardi) si profila l’archiviazione del procedimento penale. Le persone nei confronti delle quali il pm non intende formulare la richiesta di archiviazione sono per l’appunto Massimiliano Cordeschi; Carmen Ciocca di 43 anni; Loreto Cordeschi, di 45 anni; Bruno Rinalduzzi di 69 anni; Simone Rinalduzzi di 40 anni; Marcellino Cimini di 58 anni.
LE ACCUSE. Cordeschi deve rispondere del reato di truffa continuata e aggravata dal danno patrimoniale di rilevante gravità e inoltre di abusivismo finanziario in violazione del testo unico della finanza (decreto 58 del 1998 conosciuto anche come legge Draghi). Secondo la Procura, «con artifici e raggiri consistiti nel presentarsi quale esperto di economia internazionale, operatore economico internazionale e amministratore di una società denominata “Maestro group” con sede a Bucarest, operativa nel campo degli investimenti immobiliari in Romania, e quale esperto internazionale nel settore della raccolta del risparmio ai fini di investimento, sfruttando indebitamente la sua posizione di dirigente al Comune dell’Aquila», ha proposto investimenti «prospettando il conseguimento di utili pari al 10-15% dell’importo investito, inducendo in errore i suoi interlocutori dopo averli rassicurati sulla veridicità di quanto prospettato, consegnando titoli a garanzia con importo superiore a quello consegnato, asseritamente già comprensivo degli interessi», ma con difetto di provvista. Inoltre, l’ex city manager ha operato «in difetto di abilitazione, esercitando ripetutamente attività di investimento e di gestione collettiva del risparmio, facendosi consegnare da numerosi soggetti denaro contante e titoli di credito da utilizzare per non meglio specificati investimenti in società operanti nel campo della compravendita di immobili con la prospettazione all’investitore di un guadagno variabile dal 5 al 20 per cento della somma investita. In tal modo ha esercitato – senza autorizzazione e iscrizione negli appositi elenchi – di fatto il ruolo di promotore finanziario esercente l’offerta fuori sede di prodotti finanziari». Ciocca, invece, deve rispondere di riciclaggio e violazione del decreto legislativo 231 del 2007 (prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio). La contestazione nei confronti di Loreto Cordeschi, dei Rinalduzzi e di Cimini è invece quella di favoreggiamento personale. Per l’accusa, i quattro, «dopo che Massimiliano Cordeschi aveva posto in essere le condotte di truffa e intermediazione finanziaria illecita», sono stati sentiti come persone informate sui fatti e quando è stata chiesta loro una spiegazione sui movimenti bancari relativi ai versamenti al principale sospettato hanno risposto che si trattava di semplici «prestiti», nascondendo lo scopo della consegna del denaro per gli investimenti finanziari. «In tal modo», scrive il pm, «hanno aiutato Cordeschi a eludere le investigazioni dell’autorità».
VERSO L’ARCHIVIAZIONE. Per i seguenti indagati si va verso l’archiviazione: Giuliano Di Nicola (avvocato Ubaldo Lopardi), Antonio Cellini (avvocato Gregorio Equizi), Stanisa Eftoski (avvocato Giulio Cesare Primerano), Riccardo Morelli (avvocato Francesco Carli), Giovanni Palumbo e Giancarlo Zarra (avvocato Ferdinando Paone), Fabio Pezzopane (avvocato Pierluigi Pezzopane), Valeria Bergamotto (avvocato Antonio Milo).
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