<b>Studio della Asl</b>. Dei 650 nuovi casi annuali registrati in Abruzzo quasi la metà colpisce le donne di questa zona<BR>

Tumori al seno, in Valle Peligna l'incidenza più alta

Proietti (Isde): il dato è legato alle caratteristiche orografiche e climatiche della conca

 SULMONA. Dei 650 nuovi casi all'anno di tumore alla mammella, registrati in Abruzzo, quasi la metà colpisce donne della Valle Peligna. Il dato allarmante arriva dalla Asl. I comuni più colpiti sono Sulmona, Pratola e Prezza. La spiegazione, secondo i ricercatori dell'Isde, è probabilmente imputable alle caratteristiche orografiche e climatiche della Conca Peligna.  «Sul piano dell'incidenza della patologia si registra una percentuale piuttosto elevata nella Valle Peligna», si legge in una nota della Asl, «in particolare nei territori di Sulmona, Pratola Peligna e altri centri. In questa zona l'incidenza del tumore alla mammella è superiore a tutte le altre aree dell'attuale Asl Avezzano-Sulmona-L'Aquila. Sulle cause di tale alta percentuale sono stati avviati studi». La mancanza di un registro di tumori dell'intera regione, però, impedisce di essere più precisi coi dati, che restano comunque preoccupanti.  «Servirebbe un registro dei tumori per poter avere un quadro più delineato delle incidenze delle patologie», denuncia Alberto Bafile, primario del reparto di senologia del San Salvatore dell'Aquila, dove si recano le pazienti peligne, «in Italia si registrano dai 30 ai 40mila nuovi casi all'anno: in Abruzzo su una scala di 100mila abitanti si registrano dai 40 ai 50 casi, che si raddoppiano nel nord, come testimonia il registro tumori di Varese. Nella Regione», continua Bafile, «si arriva a circa 650 nuovi casi l'anno, l'incremento c'è ma in misura inferiore rispetto al dato nazionale. Semmai», aggiunge, «la novità, rispetto al passato, è che si è abbassata l'età in cui le donne vengono colpite».  FATTORI AMBIENTALI. La spiegazione scientifica dell'elevata incidenza di tumori alla mammella in Valle Peligna arriva dall'Isde, Gruppo internazionale di medici per l'ambiente. «La nostra zona presenta delle caratteristiche orografiche, climatiche ed ambientali particolari», spiega il dottor Maurizio Proietti (nella foto), ricercatore dell'Isde, «per cui per mancanza di vento e per l'inversione termica, la concentrazione degli inquinanti va a moltiplicarsi sul terreno. Si pensi che nei pressi di Roccacasale cescono persino i fichi d'india, pianta insolita per queste latitudini. Bisogna quindi tener presente le caratteristiche morfologiche locali, che dovrebbero essere analizzate appositamente in uno studio scientifico. Siamo di fronte ad un'emergenza, che noi denunciamo da anni, e che non si può più fare finta di non vedere». Anche il Comitato medici Valle Peligna da tempo avverte sui rischi per la salute delle persone, connessi alle caratteristiche morfologiche e climatiche della vallata, che favorirebbero la diffusione di malattie oncologiche e cardiovascolari, con particolare incidenza su donne, bambini e anziani.

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