Uccise la figlia tossicodipendente, pena ridotta in appello a 12 anni
Il 25 agosto del 2009 Vincenzo Marruccelli sparò alla figlia 22enne Irene durante un diverbio nato a causa dei problemi di droga della giovane e all'intenzione della figlia di non volersi curare
SULMONA. Aveva ucciso la figlia di 22 anni sparandole un colpo di pistola alla testa perché non voleva entrare in comunità per farsi curare. Oggi, Vincenzo Marruccelli, 54enne ex agente di polizia penitenziaria in congedo, è comparso davanti alla Corte d'Assise d'Appello che ha ridotto la condanna originaria. Dodici anni di reclusione invece dei 14 e 8 mesi.
Era il 25 agosto del 2009 quando Vincenzo Marruccelli puntò la sua pistola alla tempia della figlia 22enne Irene e sparò. L'uomo si trovava a bordo della sua auto nei pressi del viale della Stazione a Sulmona e stava accompagnado la figlia a prendere il treno per Pescara dove la giovane viveva insieme ad altri amici. All'improvviso iniziarono a litigare. Un diverbio nato a causa dei problemi di droga della giovane e all'ntenzione della figlia di non volersi curare.
Una situazione che spinse il padre a premere il grilletto e a sparare. Con la figlia morente in macchina l'uomo raggiunse il commissariato di via Sallustio, dove tentò di suicidarsi prima di costituirsi.
Era il 25 agosto del 2009 quando Vincenzo Marruccelli puntò la sua pistola alla tempia della figlia 22enne Irene e sparò. L'uomo si trovava a bordo della sua auto nei pressi del viale della Stazione a Sulmona e stava accompagnado la figlia a prendere il treno per Pescara dove la giovane viveva insieme ad altri amici. All'improvviso iniziarono a litigare. Un diverbio nato a causa dei problemi di droga della giovane e all'ntenzione della figlia di non volersi curare.
Una situazione che spinse il padre a premere il grilletto e a sparare. Con la figlia morente in macchina l'uomo raggiunse il commissariato di via Sallustio, dove tentò di suicidarsi prima di costituirsi.