Ucciso in Venezuela: la cugina chiede giustizia
«Dino Rubens era un ragazzo solare che qui a Pratola aveva tanti amici Era tornato a Maracay per cercare lavoro e invece è stato assassinato»
PRATOLA PELIGNA. Dolore, commozione, ma anche rabbia. Questi i sentimenti della comunità italo-venezuelana di Pratola Peligna, dopo l’omicidio di Dino Rubens Tomassilli, il 25enne ucciso con un colpo di pistola esploso da uno dei due malviventi che volevano rubargli il taxi con cui lavorava a Maracay, città a qualche centinaio di chilometri da Caracas capitale del Venezuela.
«Un ragazzo solare, sempre sorridente e in grado di fare subito amicizia con le persone», ha ricordato la cugina Anna Carolina Tomassilli, che vive a Pratola Peligna. «Era tornato in Venezuela da poco, per cercare un lavoro e riprendere gli studi, ma ha incontrato una morte atroce. Dispiace e chiediamo giustizia per un giovane così buono che ha trovato un destino tanto crudele». Dino Rubens Tomassilli è stato ucciso nei pressi della sua abitazione nella città venezuelana. Molto probabilmente ha tentato di resistere al furto della sua auto, una Chevrolet Spark di color blu, con la quale aveva intrapreso l’attività di tassista per guadagnare qualche soldo e riprendere gli studi.
In particolare, gli assassini potrebbero far parte di una delle tantissime bande giovanili che stanno seminando il panico nel Paese del Sudamerica. Gli stessi che, qualche tempo fa, avrebbero costretto il giovane a lasciare Maracay – dove vivono sua madre Ayda Torres e il padre Dino, quest’ultimo figlio di Maria Ravenna e Salvatore Tomassilli, entrambi emigrati da Pratola Peligna – dopo alcuni atti intimidatori subìti.
Sui fatti stanno indagando gli agenti di polizia dello stato sudamericano che non escludono nessuna pista, compreso il tentativo di furto dell’auto finito male o il gesto di due balordi intenzionati a chiedere il pizzo sulle attività dei tassisti. Ma in realtà il cammino verso la verità non si annuncia facile in un’area dove si registra da anni una escalation di omicidi e atti delinquenziali.
A complicare il quadro anche la pesante crisi economica, politica e sociale in cui il Venezuela è via via precipitato.
Intanto, sui social network, continuano a essere tantissimi i messaggi lasciati dagli amici del ragazzo ucciso. È grande la rabbia per la perdita di «un ragazzo solare» che durante i periodi trascorsi a Pratola aveva conquistato l’affetto e l’amicizia di tanti suoi coetanei.
Federico Cifani
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