Un accordo per ricostruire le chiese
Il ministro Bondi e il segretario della Cei hanno firmato un protocollo di intesa.
L’AQUILA. «Per la ricostruzione del centro storico non servirà una legge speciale». Ad affermarlo è stato il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, ieri in città per la firma di un protocollo d’intesa con la Cei per il recupero di decine di chiese danneggiate dal terremoto. Una giornata densa di appuntamenti, cominciata per il ministro Bondi con la visita nella nuova sede dell’Archivio di Stato a Bazzano. «Per i beni culturali» ha esordito il ministro «abbiamo previsto per l’anno prossimo 50 milioni di euro, gran parte dei quali verranno utilizzati per il restauro delle chiese danneggiate o distrutte dal terremoto». Quindi l’annuncio della riapertura, entro dicembre, degli uffici delle due Soprintendenze, che avevano le loro sedi al Forte Spagnolo (ora inagibile), in una palazzina di via Sant’Amico nella zona rossa.
E saranno questi i primi uffici pubblici a riaprire i battenti nella zona rossa, mentre parte della collezione che era custodita nel museo nazionale (al Forte Spagnolo) sarà sistemata all’ex mattatoio comunale (nei pressi delle 99 Cannelle) che il Ministero sta facendo ristrutturare con fondi propri. Restando in tema di recupero del patrimonio artistico e architettonico, Bondi ha escluso ogni ipotesi di legge speciale per il centro storico. «I fondi straordinari ci sono e sono stati assegnati alla Protezione civile» ha detto indicando agli enti locali la via di una proposta da formulare al governo. «Io farò la mia parte, ma credo che questa scelta debba essere delle amministrazioni locali, alle quali noi saremo pronti a rispondere positivamente. Il centro storico va ricostruito e noi abbiamo dato l’esempio prevedendo la riapertura delle Soprintendenze e del museo.
Abbiamo dimostrato che vogliamo far rivivere il centro storico dell’Aquila». Bondi ha poi fatto il punto sulle “adozioni” dei monumenti che tardano a concretizzarsi. «Il governo non ha perso le speranze che Paesi e Nazioni che hanno partecipato al G8 adottino monumenti lesionati o distrutti dal terremoto, finanziando il loro restauro. Qualche governo ha già deliberato i contributi per il recupero di alcuni monumenti tra i più significativi. Altri stanno perfezionando le pratiche. Di qualche Paese, invece, non abbiamo più notizie». Un “tour” che si è concluso a Coppito (alla Scuola della Guardia di Finanza) con la firma - alla presenza del premier Silvio Berlusconi (con il quale Bondi ha poi pranzato) - del protocollo d’intesa con la Cei, rappresentata dal segretario generale Mariano Crociata, per il recupero del patrimonio ecclesiastico danneggiato dal sisma.
Otto i milioni di euro previsti, parte dei quali serviranno a risistemare, entro Natale, 71 chiese. 29 di queste sono nella diocesi dell’Aquila, 13 a Sulmona, 5 in quella di Teramo, 11 ad Avezzano, 9 a Pescara. Gli appalti saranno demandati ai vescovi delle diocesi. «Questa firma ha voluto sancire l’impegno reciproco» ha detto monsignor Crociata «a portare avanti questa parte del lavoro con la messa a disposizione dei fondi alle diocesi. Il protocollo giunge in questa fase perché la nostra prima preoccupazione è che le famiglie abbiano una casa. La ripresa della vita ordinaria di una comunità, però, ha bisogno di punti di riferimento, e le chiese sono un punto di riferimento importante». «È un accordo particolarmente significativo» ha commentato Bondi a margine dell’iniziativa, per poi criticare la sentenza della Corte europea sul crocifisso «che» ha detto «è un simbolo non solo religioso, ma culturale e civile».
E saranno questi i primi uffici pubblici a riaprire i battenti nella zona rossa, mentre parte della collezione che era custodita nel museo nazionale (al Forte Spagnolo) sarà sistemata all’ex mattatoio comunale (nei pressi delle 99 Cannelle) che il Ministero sta facendo ristrutturare con fondi propri. Restando in tema di recupero del patrimonio artistico e architettonico, Bondi ha escluso ogni ipotesi di legge speciale per il centro storico. «I fondi straordinari ci sono e sono stati assegnati alla Protezione civile» ha detto indicando agli enti locali la via di una proposta da formulare al governo. «Io farò la mia parte, ma credo che questa scelta debba essere delle amministrazioni locali, alle quali noi saremo pronti a rispondere positivamente. Il centro storico va ricostruito e noi abbiamo dato l’esempio prevedendo la riapertura delle Soprintendenze e del museo.
Abbiamo dimostrato che vogliamo far rivivere il centro storico dell’Aquila». Bondi ha poi fatto il punto sulle “adozioni” dei monumenti che tardano a concretizzarsi. «Il governo non ha perso le speranze che Paesi e Nazioni che hanno partecipato al G8 adottino monumenti lesionati o distrutti dal terremoto, finanziando il loro restauro. Qualche governo ha già deliberato i contributi per il recupero di alcuni monumenti tra i più significativi. Altri stanno perfezionando le pratiche. Di qualche Paese, invece, non abbiamo più notizie». Un “tour” che si è concluso a Coppito (alla Scuola della Guardia di Finanza) con la firma - alla presenza del premier Silvio Berlusconi (con il quale Bondi ha poi pranzato) - del protocollo d’intesa con la Cei, rappresentata dal segretario generale Mariano Crociata, per il recupero del patrimonio ecclesiastico danneggiato dal sisma.
Otto i milioni di euro previsti, parte dei quali serviranno a risistemare, entro Natale, 71 chiese. 29 di queste sono nella diocesi dell’Aquila, 13 a Sulmona, 5 in quella di Teramo, 11 ad Avezzano, 9 a Pescara. Gli appalti saranno demandati ai vescovi delle diocesi. «Questa firma ha voluto sancire l’impegno reciproco» ha detto monsignor Crociata «a portare avanti questa parte del lavoro con la messa a disposizione dei fondi alle diocesi. Il protocollo giunge in questa fase perché la nostra prima preoccupazione è che le famiglie abbiano una casa. La ripresa della vita ordinaria di una comunità, però, ha bisogno di punti di riferimento, e le chiese sono un punto di riferimento importante». «È un accordo particolarmente significativo» ha commentato Bondi a margine dell’iniziativa, per poi criticare la sentenza della Corte europea sul crocifisso «che» ha detto «è un simbolo non solo religioso, ma culturale e civile».