Cese di Preturo, protestano i residenti del Progetto case e sollecitano interventi
Un acquitrinio e cumuli di terra dove è prevista un'area attrezzata
L'AQUILA. Il progetto indica un'area attrezzata ma intanto nella zona si vede solo acqua e cumuli di terra. succede al quartiere del Progetto case di Cese di Preturo, una delle 19 zone del capoluogo. Le foto del degrado, diffuse sui social network hanno scatenato il risentimento di decine di residenti.
I cumuli di terra, residuo degli scavi per realizzare i complessi antisismici raggiungono anche 8 metri di altezza e tra una "duna" e l'altra si è formato anche un laghetto. Un'area che è stata lasciata al più completo abbandono, in attesa degli interveti di riqualificazione. La situazione, segnalata da più residenti, riaccende il dibattito sullo spazio delle aree destinate ai ai servizi negli spazi del Progetto Case, così come previsto da varie ordinanze di Protezione civile.
L'ultima, in ordine di tempo, ha rimodulato i progetti riducendo gli spazi che inizialmente avrebbero dovuto occupare il 30% delle aree delle "new town". In alcune aree si chiede persino di sacrificare lo spazio dedicato al verde per lasciar posto ad aree destinate a servizi che saranno comunque ridotte, col rischio molto concreto che questi spazi diventino definitivamente dei quartieri dormitorio.
A Bazzano, uno dei quartieri più grandi, è stata già dedicata un'assemblea su questo tema, dal movimento «Cittadini per i cittadini». Un confronto che ha visto la presenza dell'assessore comunale alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano, il quale ha annunciato l'impegno a impugnare l'ordinanza, attraverso un'azione legale del Comune. Di questo si è parlato anche nell'ultima assemblea del presidio permanente in piazza Duomo. Intanto, anche alla luce delle segnalazioni di Cese di Preturo, si sta formando un comitato cittadino e si sta avviando una raccolta firme per una serie di richieste in merito alla gestione di questo 30% di aree destinato ai servizi.
L'obiettivo è quello di portare all'attenzione dei cittadini gli spazi sociali. Ogni quartiere, secondo le indicazioni, deve poter ospitare servizi sociali e scolastici, attività commerciali, religiose e sportive, ma anche istituzioni scolastiche. I lavori sono però a rilento, malgrado l'intenzione da parte di varie associazioni, ancora in cerca di spazi dove poter realizzare la propria sede, a contribuire alla causa.
I cumuli di terra, residuo degli scavi per realizzare i complessi antisismici raggiungono anche 8 metri di altezza e tra una "duna" e l'altra si è formato anche un laghetto. Un'area che è stata lasciata al più completo abbandono, in attesa degli interveti di riqualificazione. La situazione, segnalata da più residenti, riaccende il dibattito sullo spazio delle aree destinate ai ai servizi negli spazi del Progetto Case, così come previsto da varie ordinanze di Protezione civile.
L'ultima, in ordine di tempo, ha rimodulato i progetti riducendo gli spazi che inizialmente avrebbero dovuto occupare il 30% delle aree delle "new town". In alcune aree si chiede persino di sacrificare lo spazio dedicato al verde per lasciar posto ad aree destinate a servizi che saranno comunque ridotte, col rischio molto concreto che questi spazi diventino definitivamente dei quartieri dormitorio.
A Bazzano, uno dei quartieri più grandi, è stata già dedicata un'assemblea su questo tema, dal movimento «Cittadini per i cittadini». Un confronto che ha visto la presenza dell'assessore comunale alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano, il quale ha annunciato l'impegno a impugnare l'ordinanza, attraverso un'azione legale del Comune. Di questo si è parlato anche nell'ultima assemblea del presidio permanente in piazza Duomo. Intanto, anche alla luce delle segnalazioni di Cese di Preturo, si sta formando un comitato cittadino e si sta avviando una raccolta firme per una serie di richieste in merito alla gestione di questo 30% di aree destinato ai servizi.
L'obiettivo è quello di portare all'attenzione dei cittadini gli spazi sociali. Ogni quartiere, secondo le indicazioni, deve poter ospitare servizi sociali e scolastici, attività commerciali, religiose e sportive, ma anche istituzioni scolastiche. I lavori sono però a rilento, malgrado l'intenzione da parte di varie associazioni, ancora in cerca di spazi dove poter realizzare la propria sede, a contribuire alla causa.
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