L'INCHIESTA
Un aquilano e miss Hitler tra i neonazisti indagati: volevano attaccare la Nato
Secondo i carabinieri del Ros e la Procura di Roma istigavano a violenze su ebrei e stranieri
L'AQUILA. C'è anche un abruzzese tra i 12 indagati, tra i 26 e i 62 anni, ritenuti responsabili di propaganda di idee naziste e antisemite, video e immagini dal contenuto razzista e discriminatorio, tesi negazioniste, istigazione a commettere azioni violente contro ebrei ed extracomunitari. L'uomo, dell'Aquilano, è accusato di far parte dell'organizzazione chiamata Ordine ario romano' e risulta quindi indagato nell'ambito di un'indagine dei carabinieri del Ros e della procura di Roma.
Questa mattina (lunedì 7 giugno) sono state emesse nei confronti dei 12 coinvolti le misure cautelari dell'obbligo di presentazione all'autorità giudiziaria. L'organizzazione, attiva secondo gli investigatori nelle città di Roma, Cagliari, Cosenza, Frosinone, Latina, L'Aquila, Milano e Sassari, aveva appena iniziato a pianificare anche un'azione contro una struttura della Nato con ordigni confezionati in maniera artigianale anche grazie alla collaborazione di altri gruppi simili che operavano in Portogallo. Le indagini sono partite nel 2009 e hanno portato alla scoperta del gruppo 'Ordine ario romano' del quale facevano parte gli indagati e che era molto attivo sui social dove - attraverso due pagine Facebook e una community Vk, uno dei social più utilizzati in Russia - venivano diffusi i contenuti razzisti e le tesi complottiste. Collegato a Ordine ario romano' c'era poi il gruppo whatsapp chiamato 'Judenfreie Liga (Oar) dal quale gli indagati istigavano a compiere azioni violente contro ebrei ed extracomunitari. E sempre su questo gruppo si era iniziata a pianificare l'attentato contro una struttura della Nato.
Oltre alle misure, sono scattate una serie di perquisizioni in diverse città italiane. Tra i dodici indagati dalla Procura di Roma anche Francesca Rizzi che nel 2019 partecipò e vinse il concorso "Miss Hitler" svolto sul social network Vk. Degli indagati, sei vivono nel Lazio (4 a Roma), tre in Sardegna, uno in Calabria, uno in Abruzzo e uno in Lombardia. Dalle indagini è emerso che i dodici hanno avuti rapporti "via social" con Marco Gervasoni, il professore universitario indagato in un'altra indagine per minacce a offese al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il 20 maggio scorso c'era stata una vasta operazione in tutta Italia, L'Aquila compresa, nei confronti di appartenenti ad un sodalizio di estrema destra denominato “Ultima Legione” sgominato dalla polizia. Secondo l'Antiterrorismo, gli estremisti avevano l'obiettivo di costituire una struttura politica che si richiamava all'ideologia fascista.