«Un archivio digitale storico»
L’idea di Fanfani (Fondazione Carispaq) alla presentazione del film di Grimaldi
L’AQUILA. La folla all’inaugurazione deltraforo del Gran Sasso, l’arrivo al cardiopalma di una gara studentesca e l’emozione del passaggio di Giovanni Paolo II in città. Tutto questo è “Ritorno al passato – mezzo secolo di frammenti inediti” il nuovo lavoro del regista aquilano Febo Grimaldi realizzato con il sostegno della Fondazione Carispaq che sarà presentato giovedì all’Aquila (Multisala Movieplex in via Leonardo da Vinci alle 18). Un lungometraggio che racconta mezzo secolo di storia dell’Aquila. Un periodo di grandi trasformazioni per un territorio che oggi ha bisogno più che mai di conoscere e riflettere sul proprio passato.
Un processo che avviene attraverso la possibilità di preservare la memoria attraverso un archivio storico. Nasce da qui la proposta – che contestualmente alla presentazione del lavoro di Grimaldi – di sostenere la realizzazione di un archivio multimediale. «Preservare la memoria è importante», spiega Marco Fanfani, presidente della Fondazione, «per questo stiamo pensando di attivare una sinergia che coinvolga fotografi e videomaker al fine di raccogliere e archiviare quanto più materiale possibile. Una documentazione che si aggiunge a tutto il materiale delle nostre relative». E con lo stesso spirito, la Fondazione Carispaq ha sostenuto il lavoro di Grimaldi, che ha raccolto e trasformato in un film documentario i momenti più importanti per offrire al cittadino di oggi immagini preziose di fatti non ancora storicizzati. Riaffiorano così dalla memoria eventi che hanno trasformato il volto di un territorio. C’è testimonianza anche di grandi eventi sportivi, come il passaggio della carovana del Giro d’Italia, con alla testa Ginettaccio Bartali; del resto, sono tanti anche gli eventi culturali, come la presenza di Alberto Moravia alla prima del “Dio Kurt”. Frammenti di storia aquilana ora a disposizione di tutti. «Questo film documentario» racconta il regista Grimaldi, «raccoglie anche cinquanta anni del mio lavoro. Dal primo tentativo di raccontare un episodio con la cinepresa Paillard Bolex 16mm. Con la cinepresa ho partecipato, dal 1962, a molti eventi all’Aquila e sul Gran Sasso, raccogliendo le sequenze riunite poi nella rassegna sull’Abruzzo aquilano proposta oggi all’attenzione di un più vasto pubblico».(fab.i.)
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