Un piromane brucia i cassonetti
Trenta quelli distrutti in due settimane, raddoppiata la vigilanza
SULMONA. Il piromane è tornato in azione. Questa volta, però, con un obiettivo diverso. Non più le auto parcheggiate sotto le abitazioni dei sulmonesi, ma i cassonetti per la raccolta dei rifiuti. In poco più di due settimane trenta contenitori sono stati dati alle fiamme. Creando allarme. Indagano polizia e carabinieri.
Quasi tutte le notti e in alcuni casi anche in pieno giorno, il telefono dei vigili del fuoco squilla con richieste di intervento da parte dei residenti del centro storico per cassonetti che stanno andando a fuoco. Tra venerdì e sabato ne hanno bruciati sei: tre davanti al bar Giardini, nella villa comunale, uno in via Papa Innocenzo VII, uno in via Papa Giovanni XXXIII e l'ultimo in via Turati.
Per i vigili del fuoco gli incendi sono chiaramente dolosi e ipotizzano che si tratti sempre della stessa mano. Gli stessi vigili hanno presentato esposti in Procura. Polizia e carabinieri, invece, hanno intensificato i controlli, sia di giorno che di notte, per cercare di smascherare e fermare il piromane.
Anche se i più preoccupati sono i cittadini del centro storico, che oltre a respirare la diossina emanata dalla plastica e dagli stessi rifiuti che vanno a fuoco, temono che le fiamme possano attaccare anche auto in sosta e vicine abitazioni. Preoccupazioni che hanno indotto polizia e carabinieri a serrare le fila e a raddoppiare i pattugliamenti. Si è mossa anche la squadra anticrimine, diretta dalla nuova dirigente, Francesca La Chioma.
Ieri mattina, coadiuvati dal personale della scientifica, gli ispettori dell'anticrimine si sono recati nei luoghi dove sono avvenuti gli episodi incendiari per raccogliere elementi utili alle indagini. Sono in corso specifici accertamenti per vedere se per appiccare il fuoco sono state utilizzate bottiglie con liquido infiammabile o altri sistemi.
Sugli indizi raccolti e sui risultati ottenuti l'anticrimine mantiene il più stretto riserbo. Tuttavia sembra che qualcosa di concreto sia stato raggiunto e forse già dalle prossime ore potrebbero esserci sviluppi. L'incendio dei cassonetti, oltre a preoccupazioni tra i residenti, sta provocando notevoli danni anche per le casse del Comune. Un contenitore per la raccolta dei rifiuti solidi urbani costa tra i 300 e i 400 euro.
E facendo un po' di conti, nell'ultimo mese, a seguito degli incendi, il Comune ha «bruciato» circa 12mila euro per sostituire i cassonetti danneggiati o distrutti dalle fiamme. Ragioni che hanno spinto anche la polizia municipale a mettersi in azione per cercare di risalire ai responsabili attraverso l'esame delle immagini impresse nel sistema di videosorveglianza allestito dal Comune di Sulmona. Le telecamere funzionano 24 ore su 24. E sotto verifica sono finite le fasce orarie nelle quali sono avvenuti gli episodi incendiari.
Quasi tutte le notti e in alcuni casi anche in pieno giorno, il telefono dei vigili del fuoco squilla con richieste di intervento da parte dei residenti del centro storico per cassonetti che stanno andando a fuoco. Tra venerdì e sabato ne hanno bruciati sei: tre davanti al bar Giardini, nella villa comunale, uno in via Papa Innocenzo VII, uno in via Papa Giovanni XXXIII e l'ultimo in via Turati.
Per i vigili del fuoco gli incendi sono chiaramente dolosi e ipotizzano che si tratti sempre della stessa mano. Gli stessi vigili hanno presentato esposti in Procura. Polizia e carabinieri, invece, hanno intensificato i controlli, sia di giorno che di notte, per cercare di smascherare e fermare il piromane.
Anche se i più preoccupati sono i cittadini del centro storico, che oltre a respirare la diossina emanata dalla plastica e dagli stessi rifiuti che vanno a fuoco, temono che le fiamme possano attaccare anche auto in sosta e vicine abitazioni. Preoccupazioni che hanno indotto polizia e carabinieri a serrare le fila e a raddoppiare i pattugliamenti. Si è mossa anche la squadra anticrimine, diretta dalla nuova dirigente, Francesca La Chioma.
Ieri mattina, coadiuvati dal personale della scientifica, gli ispettori dell'anticrimine si sono recati nei luoghi dove sono avvenuti gli episodi incendiari per raccogliere elementi utili alle indagini. Sono in corso specifici accertamenti per vedere se per appiccare il fuoco sono state utilizzate bottiglie con liquido infiammabile o altri sistemi.
Sugli indizi raccolti e sui risultati ottenuti l'anticrimine mantiene il più stretto riserbo. Tuttavia sembra che qualcosa di concreto sia stato raggiunto e forse già dalle prossime ore potrebbero esserci sviluppi. L'incendio dei cassonetti, oltre a preoccupazioni tra i residenti, sta provocando notevoli danni anche per le casse del Comune. Un contenitore per la raccolta dei rifiuti solidi urbani costa tra i 300 e i 400 euro.
E facendo un po' di conti, nell'ultimo mese, a seguito degli incendi, il Comune ha «bruciato» circa 12mila euro per sostituire i cassonetti danneggiati o distrutti dalle fiamme. Ragioni che hanno spinto anche la polizia municipale a mettersi in azione per cercare di risalire ai responsabili attraverso l'esame delle immagini impresse nel sistema di videosorveglianza allestito dal Comune di Sulmona. Le telecamere funzionano 24 ore su 24. E sotto verifica sono finite le fasce orarie nelle quali sono avvenuti gli episodi incendiari.
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