Un vecchio autocarro “dimenticato” nel Parco
Un ammasso di lamiere arrugginite da anni giace abbandonato sul sentiero T1 Un lettore: nessuno interviene e la carcassa è diventata ricettacolo di rifiuti
LECCE NEI MARSI. Forse non avrà le dimensioni dell’ecomostro, ma le caratteristiche ci sono tutte. La carcassa di un autocarro di colore chiaro, che ormai da svariati anni fa bella mostra di sé all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo, continua a suscitare lo sdegno degli amanti della natura, ma non ancora quello degli amministratori del territorio che, quando transitano in quei paraggi, evidentemente girano la testa dall’altra parte per non vedere ciò che le foto inviateci dal nostro lettore Cesidio Morgani, mostrano in tutta la sua bruttezza. Questo ammasso di lamiere arrugginite, giace abbandonato lungo il sentiero T1 che da Lecce nei Marsi si snoda fino al cuore del Parco, e precisamente in località Pozzarello, a un paio di chilometri dalla più nota Cicerana. Si tratta di un mezzo che a suo tempo veniva utilizzato come ricovero dai pastori che anni addietro stazionavano con le loro greggi lungo quei pendii alla ricerca dei pascoli migliori. Dal portellone posteriore, ormai scardinato, emergono rifiuti di ogni genere, come bidoni di plastica, bombole per il gpl, lamiere di varia lunghezza, pezzi di feltro, vetri e serbatoi di diverse dimensioni per un campionario tale da far storcere il naso ad ogni coscienza civile. «C’è da chiedersi», si domanda il nostro lettore, «come sia possibile che in tanti anni un simile scempio non abbia richiamato l’attenzione di tutti coloro che sono preposti alla salvaguardia di aree protette». Ed è una considerazione legittima. «Anche se», prosegue con ironia Morgani, «in queste zone montane è più facile avvistare un orso o un lupo che una guardia del Parco o un forestale». L’appello è rivolto ovviamente a tutti gli amministratori, sia presenti che passati, perché chi viene nominato per svolgere certe mansioni, non può lavarsene le mani anche se non più in carica. Quella orrenda macchia bianca in mezzo al verde procura la stessa sensazione di un pugno in un occhio, ma non è soltanto alla vista che fa male.
Plinio Olivotto
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