Una folla immensa e palloncini in volo per l’addio a Vincenzo
Pescina, dolore e commozione ai funerali del piccolo Zauri I compagni di squadra hanno indossato la divisa sportiva
PESCINA. Una folla immensa ha salutato ieri per l’ultima volta, il giovane Vincenzo Zauri, morto a quasi 15 anni in un incidente col motorino. Tutto il paese si è stretto intorno al dolore dei suoi genitori Mirko e Bianca Maria e della sua famiglia, accogliendo in piazza Mazzarino la bara bianca. I colleghi del padre, autista dell’Arpa, hanno portato il feretro a spalla, fino alla cattedrale di Santa Maria delle Grazie, dove nessuno, al suo arrivo, è riuscito a trattenere le lacrime. Ad attendere Vincenzo c’erano i suoi amici dell’Itis, i compagni di Cerchio, di San Benedetto dei Marsi e di Pescina, insieme a tante altre persone arrivate da tutta la Marsica per essere vicini a una famiglia segnata da un dolore inaccettabile. Anche don Giovanni Venti piangeva mentre aspettava l’arrivo del giovane. In corteo, ad accompagnare il loro compagno di squadra, c’erano i giovanissimi del San Benedetto dei Marsi, con la divisa giallorossa. La squadra con cui Zauri giocava già nei pulcini e in cui quest’anno aveva segnato, nel ruolo di attaccante, 40 goal. Nella piazza, con la divisa della banda, anche “i Leoncini d’Abruzzo”, il circolo musicale in cui suonava la tromba. Le note suonate quelle di “Favola”, canzone dei Modà, colonna sonora degli adolescenti di oggi. Sul feretro centinaia di rose bianche, le stesse che tante ragazzine, con i volti stravolti dal dolore, portavano strette in mano. C’era anche la maglia della Juventus, la sua squadra del cuore. «Ogni vita è preziosa», ha commentato nell’omelia don Giovanni, il quale ha scelto di parlare tra i familiari, che ha accarezzato prima di iniziare, «ma di fronte alla morte di un giovane è difficile anche solo parlare e ogni risposta che potremmo dare è sterile e insoddisfacente». Un’intera comunità sconvolta dal dolore, quella pescinese, a dieci anni esatti, dalla morte di altri quattro giovani in un incidente. «Preghiamo il Signore», le ultime parole lette dall’altare da alcuni amici, «che dia la forza ai tuoi genitori. Siamo sicuri, che se ci stai guardando da lassù, ora starai facendo quello che ti veniva meglio: un grande sorriso per scaldare i cuori di tutti noi. Ciao amico nostro, ciao piccolo angelo». Palloncini bianchi e celesti in volo per l’addio.
Magda Tirabassi