Vendita Tvuno, 2 condannati per appropriazione indebita

L’AQUILA. Il giudice unico del tribunale Giuseppe Nicola Grieco ha condannato a otto mesi di reclusione (benefìci di legge) due imprenditori accusati di appropriazione indebita in relazione alla...

L’AQUILA. Il giudice unico del tribunale Giuseppe Nicola Grieco ha condannato a otto mesi di reclusione (benefìci di legge) due imprenditori accusati di appropriazione indebita in relazione alla vendita di Tvuno. Si tratta di fatti risalenti al periodo compreso tra dicembre 2006 e il 13 aprile dell’anno successivo.

La condanna, dunque, è stata emessa a carico di Aldo Buccarello, di 58 anni, di Brindisi ma residente a Sassa e Silvano Loreto, 53 anni di Frosinone.

L’accusa è ben definita. I due, agendo in concorso tra loro, si sarebbero impossessati del denaro consegnato loro da alcune persone, dazione finalizzata, per l’appunto, all’acquisto della televisione privata. Le somme, più in particolare, furono conferite dalle seguenti persone: Paolo Fonzi, Giuseppe Mangolini, Vincenzo Mantenuto, Adele Nicolini, Massimiliano Calvisi e una persona scomparsa. Si è trattato di somme che vanno da cinquemila a quindicimila euro.

Queste persone, secondo le accuse, dopo avere consegnato le somme a Loreto per darle a Buccarello, al fine di acquistare delle quote dell’emittente, vennero a sapere che quest’ultimo aveva ceduto la disponibilità delle proprie quote ad altra persona. A quel punto i querelanti decisero di recedere dal contratto richiedendo la somma versata. Cosa che, però, non avveniva e anzi veniva posta all’incasso da parte di Loreto.

Nel corso del procedimento non vi è stato un chiarimento sulla destinazione delle somme visto che i due imputati, stando agli atti, hanno sostanzialmente respinto le accuse e per certi aspetti si sono rimpallate le contestazioni.

Comunque le parti civili, che poi sono quelle che hanno presentato le denunce, ancora non hanno ricevuto quanto avevano versato e questo ha indotto loro ad avviare anche un procedimento con finalità risarcitorie.

Nel corso del procedimento il pm onorario Rita Di Gennaro ha chiesto la stessa pena che poi è stata inflitta dal giudice togato.

Nel corso del giudizio le parti offese sono state rappresentate dagli avvocati Massimo Costantini e Francesco Iannella mentre gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Alessandro Loreto e Roberto Ianne.

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