«Venturoni volle l’affare» Il gip: sapeva di trattare per un appalto illecito
Per il gip di Pescara, c’era un vero e proprio comitato d’affari. Un gruppo di lobbisti «spregiudicati» capaci di pilotare un bando regionale per aggiudicarsi un appalto da 10-12 milioni nell’ambito della ricostruzione, con l’accordo dell’assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni. E’ quanto emerge dall’inchiesta che ha portato in cella Italo Mileti e Claudio D’Alesio. L’imprenditore, ieri, ha respinto le accuse
Lo scrive chiaramente il gip Luca De Ninis nell’ordinanza con cui, il 18 novembre scorso, ha disposto l’arresto dell’ex assessore regionale Mileti e dell’amministratore delegato della Fira Servizi D’Alesio: «La serietà dell’azione di condizionamento esperita, e tuttora in corso con l’azione presso il nuovo direttore (della Asl dell’Aquila, ndr) Gianfranco Silveri (che non risulta indagato, ndr) rende altresì ragione della probabile predisposizione (se non già di promesse concordate) di ulteriori condotte di corruzione».
Secondo il giudice, infatti, l’accordo sarebbe stato da ritenere «concluso a livello politico alto, con Venturoni». A questo l’accusa arriva leggendo il lungo elenco delle intercettazioni che fondano l’impianto dell’ordinanza: a partire dal colloquio tra Mileti e D’Alesio registrato il 16 settembre, durante il quale i due indagati commentano la decisione di Roberto Marzetti, manager della Asl destinato dalla giunta regionale alla conclusione del mandato, di rompere il presunto accordo sull’utilizzo del capannone che l’imprenditore Alido Venturi vuole costruire a Coppito. «Quello (Marzetti) sta facendo il comunistello del c..., ricordati che ha finito Roberto, no? Allora a quel punto siccome noi, il commissario lo nominerà Gianni Chiodi e Venturoni, è più facile che lo faremo con il commissario, avendo un discorso già fatto, già avviato, chiunque esso sia» dice Mileti. Poi prosegue: «Non puoi dire assolutamente che Venturono non si è attivato, Venturoni si è attivato, eccome, ti ha fatto fare la risposta che volevi (riferito alla dichiarazione di urgenza che Marzetti auspicava) la sanità gli ha risposto e gli ha detto: tu mi devi dare questi ulteriori documenti; dopo di che, chiediamo il parere a Redigolo (Gino Redigolo, commissario straordinario per la sanità), ha detto che Redigolo già lo sapeva ed era d’accordo». Per il gip, che accoglie l’ipotesi accusatoria del sostituto procuratore Gennaro Varone, il cambio al vertice della Asl non mette fine al rischio che il presunto affare illecito venga portato a termine: secondo la ricostruzione dell’accusa, Mileti e D’Alesio riescono infatti a contattare il nuovo direttore attraverso il capogruppo al consiglio regionale del Pdl Gianfranco Giuliante e ottengono un appuntamento: l’incontro si sarebbe svolto il 5 novembre ad Avezzano: «All’esito, facendo rapporto a Mileti, D’Alesio riferisce che la fattibilità c’è ancora» scrive il gip.