Via Rosselli, una strada simbolo del degrado

Buste con i rifiuti abbandonate. Presutti ammette: «Il settore ambiente è rimasto senza personale»

AVEZZANO. I cestini per la raccolta dei rifiuti scambiati per cassonetti. Un fenomeno dilagante in città. Un esempio di degrado arriva da via Fratelli Rosselli, strada che unisce via Corradini con piazza Torlonia.

Dopo le lamentele per i marciapiedi con l’asfalto dissestato e l’illuminazione spesso malfunzionante, ora il problema più grande per i residenti e gli operatori commerciali sono i rifiuti che invadono le strade. In via Rosselli, infatti, ci sono cestini in ghisa che dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per gettare piccoli rifiuti o cartacce.

Ma i secchi, sempre più spesso, vengono ricoperti da buste d’immondizia. In pratica, invece di differenziare la carta dalla plastica o l’indifferenziato dall’umido, alcuni incivili accumulano tutto attorno ai cestini. I residenti e i commercianti si ritrovano, così, una strada coperta da rifiuti, con buste di immondizia ovunque, e marciapiedi in alcuni tratti impraticabili. L’abbandono di via Fratelli Rosselli è stato più volte segnalato, ma sembra che nessuno tra gli amministratori comunali voglia vedere quello che succede a due passi dal municipio.

L’assessore all’Ambiente Crescenzo Presutti ammette che ci sono difficoltà per fare i controlli. «Purtroppo siamo alle solite, non c’è nulla di nuovo», ha commentato. «Purtroppo il settore ambiente, come più volte segnalato da me e da chi mi ha preceduto, è senza personale. Anche il nucleo di polizia ambientale è di fatto dismesso. L’unica cosa che posso fare è attuare delle ronde di persona per monitorare le strade della città».

I rifiuti abbandonati, oltre a rappresentare un segno di degrado e di carenza di attenzione per il territorio, rappresentano anche un costo per i cittadini che sono costretti, poi, a pagare di tasca propria il conto che il gestore del servizio invia al Comune per gli interventi extra, come quello della lotta al sacchetto selvaggio. «Occorre una complessiva riorganizzazione del servizio», ha concluso l’assessore Presutti, «solo così potremo contrastare il fenomeno».

Un’ultima domanda: dove sono finite le costose fototrappole acquistate per contrastare il fenomeno?

Eleonora Berardinetti

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