l’inchiesta
Vigile del fuoco arrestato: ecco le accuse a suo carico
L’AQUILA. «Sono estraneo alle accuse che mi vengono mosse». Nazareno Feliciani, il vigile del fuoco eroe finito agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione perché avrebbe favorito il...
L’AQUILA. «Sono estraneo alle accuse che mi vengono mosse». Nazareno Feliciani, il vigile del fuoco eroe finito agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione perché avrebbe favorito il rilascio di pratiche antincendio, fa sapere al Centro di non aver mai preso bustarelle.
Nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torino, in effetti, in relazione alla posizione di Feliciani non si parla di “mazzette” (intese come dazione di denaro) ma di favori che il vigile del fuoco avrebbe chiesto ad Antonio Esposito, originario di Castellamare di Stabia (Napoli), 54 anni architetto consulente per la prevenzione incendi di Carrefour (l’azienda risulta estranea all’indagine), con contatti in tutta Italia e anche lui indagato e finito agli arresti.
Sempre secondo l’accusa, Esposito si sarebbe rivolto a Feliciani per una pratica relativa al Carrefour di Roma Fornaci.
Da quanto emerge dalle carte dell’inchiesta, il vigile del fuoco abruzzese non era direttamente competente sulle pratiche da “aggiustare” ma si sarebbe offerto da fare da mediatore. In cambio di cosa? Sempre secondo il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torino, Feliciani avrebbe ricevuto un Ipod come regalo per il Natale del 2014 e la promessa di assunzione a Carrefour di un parente. Assunzione che non si sarebbe mai concretizzata, ma che per l’accusa sarebbe stato il modo per legare per il presente e per il futuro il vigile del fuoco e il consulente Carrefour in una sorta di patto corruttivo.
Con Nazareno Feliciani sono stati raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare Pasquale Boggeri, Giovanni Amendolagine, Luigi Pennacchioli, Pierangelo Gatta Trotto, Luigi Carlo Carra, Valentino Tontodonati (56 anni, nato a Pescara), Antonio Esposito, e Davide Fratantonio.
L’inchiesta sarebbe stata avviata da una segnalazione fatta alla Procura di Torino dall’ex comandante dei vigili del fuoco di Torino Salvatore Spanò che aveva denunciato alcuni comportamenti sospetti.