Vincenzo Vittorini, la rabbia in consiglio

L’AQUILA. «Un fatto gravissimo. E poi si parla di processo alla scienza. Qui si evidenziano, una volta di più, ombre inquietanti che si allungano sui giorni immediatamente precedenti e...

L’AQUILA. «Un fatto gravissimo. E poi si parla di processo alla scienza. Qui si evidenziano, una volta di più, ombre inquietanti che si allungano sui giorni immediatamente precedenti e immediatamente successivi al terremoto». Questo il commento del consigliere comunale Vincenzo Vittorini (L’Aquila che vogliamo) a seguito della pubblicazione, su Repubblica.it, del contenuto di un’intercettazione relativa a una telefonata tra l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso e il sismologo Enzo Boschi. «All’Aquila non si doveva sapere la verità», ha dichiarato Vittorini, intervenendo durante la seduta del consiglio comunale dedicata al bilancio, «né prima né dopo il terremoto del 6 aprile gli aquilani dovevano sapere come stavano le cose. Coloro che avevano il compito di prevenire e di informare la popolazione rispetto al rischio di un sisma hanno invece scelto, e imposto, di nascondere le informazioni, anziché divulgarle. Questa è la responsabilità che la recente sentenza di condanna per i componenti della commissione Grandi Rischi che parteciparono alla riunione del 31 marzo ha evidenziato in tutta la sua drammatica evidenza. In questi giorni si fa un gran parlare di processo alla scienza, quasi a voler spostare, ancora una volta, il discorso. Si fanno addirittura paragoni con il processo a Galileo. In discussione, invece, non c’è la possibilità o meno di prevedere i terremoti, ma l’obbligo per chi di dovere di informare. Mai più deve accadere, in un Paese che si definisce civile e democratico, che ai cittadini si nasconda la verità su questioni che riguardano la sicurezza e la stessa vita».