Vittime del sisma pronti i risarcimenti per i familiari
L’annuncio è arrivato dal capo della Protezione civile si tratta di provvisionali che ammontano a 8 milioni
L’AQUILA. Arrivano i primi risarcimenti per i familiari delle vittime del terremoto che il 6 aprile del 2009 ha devastato L’Aquila e diverse frazioni e paesi del comprensorio.
Si tratta della prima parte, dunque di una provvisionale, dei circa 8 milioni di risarcimento danni, decisa dal giudice del tribunale dell’Aquila, Marco Billi, nella sentenza di primo grado del processo alla Commissione Grandi Rischi che si è chiuso con la condanna a 6 anni (due in più di quelli richiesti dal pubblico ministero) per ciascuno dei sette imputati, tutti componenti dell’organo scientifico della Presidenza del Consiglio dei ministri che si riunirono all’Aquila il 31 marzo del 2009. Qualche giorno prima, per l’appunto, del sisma che ha provocato la morte di 309 persone.
È stata una lettera del capo del dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli, ex prefetto del capoluogo con un ruolo di primo piano nell’emergenza post-sisma, ad annunciare i pagamenti agli avvocati di parte civile.
In sostanza vengono anticipati i tempi rispetto a quelli stabiliti dal giudice che, nella sentenza della Grandi Rischi, aveva imposto di procedere al versamento della provvisionale entro 90 giorni dalla data di deposito del dispositivo di sentenza che dovrà avvenire entro il 20 gennaio prossimo.
Non tutte le parti civili hanno accettato le somme decise dal giudice Billi, cosicché per vedersi riconoscere un risarcimento maggiore dovranno attendere l’esito del rito civile. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato aquilano Vincenzo Calderoni, difensore di una delle parti civili.
«Una volta tanto abbiamo a che fare con uno Stato che, attraverso un suo funzionario, dimostra una seria correttezza istituzionale e un profondo senso etico. La Presidenza del Consiglio», ha commentato Calderoni, «avrebbe potuto scegliere di spendersi nel tentativo di procrastinare quanto più possibile il pagamento, soprattutto in considerazione della natura provvisionale del provvedimento. Al contrario, con solerzia dichiara di voler eseguire il precetto di pagamento contenuto nella sentenza, così ossequiando il provvedimento giurisdizionale e manifestando rispetto per le ragioni e per le sofferenze patite dalla nostra popolazione».
Il processo alla Commissione Grandi Rischi si è chiuso, come è ormai noto, con la condanna a sei anni dei sette imputati, ovvero di tutti i componenti dell’organo scientifico della Presidenza del consiglio dei ministri.
Esperti che si riunirono all’Aquila, nella città dove da mesi si registravano continue scosse di terremoto, il 31 marzo del 2009.
I sette erano finiti sotto processo per aver dato false rassicurazioni alla popolazione al termine proprio di quella riunione. Una sentenza che è stata accompagnata da tante polemiche, soprattutto da parte della comunità scientifica nazionale e internazionale.
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