Wojtyla santo, gran folla alla Jenca

Giornata di cerimonie e commozione nella chiesetta ai piedi del Gran Sasso per celebrare la canonizzazione

L’AQUILA. La canonizzazione di Giovanni Paolo II, avvenuta ieri mattina in Vaticano (insieme a quella di Giovanni XXIII), ha avuto una cornice anche all’Aquila, al santuario a lui dedicato a San Pietro della Jenca. Una lunga giornata, iniziata fin dalle 9,30 con il maxischermo collegato in diretta con il Vaticano e San Pietro, in cui i fedeli arrivati alla chiesetta alle falde del Gran Sasso hanno potuto partecipare alle celebrazioni romane, in piena comunione spirituale con il cuore della cristianità. Momenti di intensa emozione si sono vissuti quando Papa Francesco ha proclamato santi Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Alla fine della cerimonia in Vaticano, a San Pietro della Jenca è iniziata una messa officiata da don Luigi Abid Sid.

Nel corso della messa ha preso la parola anche Debora Magnante, che nel 1986 fu incaricata di donare un mazzo di fiori a Papa Giovanni Paolo II, nel corso della sua visita a Rocca di Mezzo e ai Piani di Pezza. «Ricordo quel giorno con grande emozione», ha raccontato Magnante. «Avevo 12 anni e Giovanni Paolo II mi prese il viso tra le mani e mi disse che assomigliavo a una Madonna polacca. Oggi sento ancora la sua vicinanza, anche perché, pochi mesi dopo, ebbi un gravissimo incidente. Un fuoristrada mi travolse trascinandomi per decine di metri e me la cavai con la semplice frattura del femore». Nonostante il tempo incerto, il tendone allestito dall’associazione San Pietro della Jenca non è bastato a contenere le tante persone che, con gli autobus messi a disposizione dall’Ama, sono salite fino al santuario. E nonostante nel pomeriggio la pioggia abbia iniziato a cadere incessantemente, erano ancora tante le persone che hanno partecipato allo spettacolo del coro del Cai, per poi ammirare le opere di Lia Garofalo e di Mimmo Emanuele (trasferite subito dopo per una mostra a Capestrano) e assistere alla messa celebrata dal vescovo di Ascoli Piceno Giovanni D’Ercole e dall’arcidiacono Sergio Maggioni. L’associazione San Pietro della Jenca con Pasquale Corriere ha anche voluto ringraziare la polizia per aver ritrovato le reliquie rubate lo scorso mese di gennaio e catturato i ladri. A ritirare la targa il sostituto commissario della Mobile Sabatino Romano.

(r.p.)

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