A24 e A25: Strada dei Parchi batte Delrio e Anas
Lavori sui 107 viadotti lesionati: Toto vince il ricorso al Tar sui fondi. I giudici: restino al ministero dei Trasporti
PESCARA. I lavori per la messa in sicurezza urgente già avviati da Strada dei Parchi devono andare avanti velocemente. Non si possono frapporre ulteriori ostacoli e rallentamenti burocratici, visto il carattere di urgenza e i tempi stretti per portarli a conclusione: 550 giorni. È questa la decisione del Tar del Lazio che, con un'ordinanza cautelare, ha accolto le richieste di Strada dei Parchi che chiedeva chiarezza, proprio sui lavori di messa in sicurezza urgente che serviranno ad impedire, in caso di sisma, fenomeni come lo "scalinamento" sui viadotti delle autostrade A24 e A25. Il giudice amministrativo ha preso atto che si tratta di «lavori già autorizzati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sollecitati alla concessionaria SdP, i cui cantieri sono già stati avviati». E, visto che il Ministero nel suo ordine non aveva previsto come finanziarli, il Tar indica la strada, disponendo che le somme da utilizzare siano quelle delle «due rate del prezzo di concessione». Somme accantonate per le annualità 2015 e 2016 dalla società dell’imprenditore Carlo Toto in un fondo speciale vincolato e destinato al Ministero, per un ammontare di 111 milioni. Nel provvedimento, il tribunale amministrativo ha ritenuto «sussistente il grave pericolo in merito alla mancata tempestiva realizzazione degli interventi per il cosiddetto antiscalinamento». E poi rileva come «il Ministero ha autorizzato gli interventi per prevenire il fenomeno dello scalinamento degli impalcati, ma nulla ha predisposto in ordine al finanziamento degli interventi progettati». Ma soprattutto l'ordinanza del Tar ha ribadito che i canoni del prezzo di concessione, pari a 56 milioni l'anno, devono essere pagati al Ministero e non all'Anas. Proprio il pronunciamento del Tar su questo punto è decisivo e chiarificatore, visto che con un sub-emendamento alla manovra di bilancio, la scorsa settimana, si è fatta passare l'idea che il canone delle autostrade A24 e A25 debba essere appannaggio dell'Anas. Quest'ultima infatti non è più l'ente concedente, in quanto tutte le relative competenze sono state trasferite al Ministero, a partire dal primo ottobre del 2012. Già il Tribunale Civile di Roma aveva stabilito che il canone di A24 e A25 dev’essere pagato al Mit. «Le pronunce dell'autorità giudiziaria ordinaria e amministrativa rendono palese l'incostituzionalità della norma pro Anas inserita nel corso dell'esame parlamentare della Manovra», afferma Strada dei Parchi in una nota aggiungendo che: «Il pronunciamento del Tar Lazio è un duro colpo alla gestione portata avanti finora dal Ministero e agli indirizzi operati dal ministro Graziano Delrio in materia autostradale. Senza il pronunciamento del Tar avremmo assistito alla distrazione di fondi dall'unica concessionaria che versa al Ministero il canone del prezzo di concessione, a favore di una società privata, l'Anas, anche se il suo capitale è in mano pubblica». (c.s.)