Abruzzo, parte la conta nel Pd
È lotta per il vertice regionale, Coletti lancia l’offensiva contro Paolucci
PESCARA. «Questa volta va a finire che ci contaminiamo davvero». Il militante Pd, ex popolare, lo dice come se fosse un augurio o forse un esorcismo. Ma il Pd rischia davvero di arrivare al congresso regionale e poi nazionale con le carte mischiate e smazzate.
È vero che in Abruzzo i sostenitori di Dario Franceschini e quelli di Pier Luigi Bersani si dividono per lo più secondo le antiche linee della Margherita e dei Ds, ma la dichiarazione pro Bersani di due leader ex Dl come Enrico Letta e Rosi Bindi, che in Abruzzo hanno un seguito robusto (soprattutto il primo che ha toccato qui il 12% alle primarie veltroniane), fa intravedere uno smottamento verso il deputato emiliano: i lettiani Marco Presutti e Gianluca Fusilli, per esempio, o il bindiano Bernardo Mazzocca (che morde il freno per tornare alla politica attiva) e relativi sostenitori.
In questi mesi si è avvicinato a Letta anche il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Camillo D’Alessandro, ma il giovane dirigente dei democratici resterà nel gruppone di Franceschini, guidato dall’ex presidente del Senato Franco Marini, e probabilmente coordinerà la lista regionale che sostiene l’attuale segretario.
Con Bersani c’è quasi tutto il correntone ex Ds, a partire dal segretario Silvio Paolucci, i dalemiani Giovanni Lolli, Enrico Paolini, Giovanni D’Amico, e ancora Giovanni Legnini, che dovrebbe coordinare la lista abruzzese pro-Bersani, e poi Antonio Castricone, Marinella Sclocco, Stefania Pezzopane.
Con Franceschini ci sono il sindaco di Pianella Giorgio D’Ambrosio, e i teramani Tommaso Ginoble e Giuseppe Di Luca, esponenti della corrente di Giorgio Fioroni.
Voterà Franceschini l’ex presidente della provincia di Chieti Tommaso Coletti, molto attivo in questi giorni in vista del congresso regionale di ottobre che dovrà eleggere il segretario abruzzese del partito. Nei giorni scorsi Coletti ha mandato un sms a molti suoi sostenitori per convocare una riunione (probabilmente domani) per discutere di congresso e tesseramento.
È l’esordio probabile di una nuova corrente: Coletti in questi mesi è stato un avversario della teoria del rinnovamento generazionale e ai suoi non manca di sottolineare il fallimento della giovane classe dirigente abruzzese e la necessità di rimarcare l’identità cattolica nel Pd per riconquistare il consenso al centro. Così nel Pd si pensa che partirà da Coletti l’attacco alla segreteria di Silvio Paolucci (sul quale il partito sembra coeso al di là delle divisioni sui nomi nazionali), per appoggiare probabilmente il sulmonese Antonio Iannamorelli.
Discorso a parte merita Michele Fina, anche lui potenziale candidato alla segretaria regionale. Il segretario aquilano, vicino a Franceschini e reduce dalla recente assemblea del Lingotto a Torino («Dobbiamo rimuovere le macerie dal partito e dal paese» è stato il suo grido) potrebbe abbracciare la mozione Sergio Chiamparino, se il sindaco di Torino deciderà di candidarsi.
È vero che in Abruzzo i sostenitori di Dario Franceschini e quelli di Pier Luigi Bersani si dividono per lo più secondo le antiche linee della Margherita e dei Ds, ma la dichiarazione pro Bersani di due leader ex Dl come Enrico Letta e Rosi Bindi, che in Abruzzo hanno un seguito robusto (soprattutto il primo che ha toccato qui il 12% alle primarie veltroniane), fa intravedere uno smottamento verso il deputato emiliano: i lettiani Marco Presutti e Gianluca Fusilli, per esempio, o il bindiano Bernardo Mazzocca (che morde il freno per tornare alla politica attiva) e relativi sostenitori.
In questi mesi si è avvicinato a Letta anche il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Camillo D’Alessandro, ma il giovane dirigente dei democratici resterà nel gruppone di Franceschini, guidato dall’ex presidente del Senato Franco Marini, e probabilmente coordinerà la lista regionale che sostiene l’attuale segretario.
Con Bersani c’è quasi tutto il correntone ex Ds, a partire dal segretario Silvio Paolucci, i dalemiani Giovanni Lolli, Enrico Paolini, Giovanni D’Amico, e ancora Giovanni Legnini, che dovrebbe coordinare la lista abruzzese pro-Bersani, e poi Antonio Castricone, Marinella Sclocco, Stefania Pezzopane.
Con Franceschini ci sono il sindaco di Pianella Giorgio D’Ambrosio, e i teramani Tommaso Ginoble e Giuseppe Di Luca, esponenti della corrente di Giorgio Fioroni.
Voterà Franceschini l’ex presidente della provincia di Chieti Tommaso Coletti, molto attivo in questi giorni in vista del congresso regionale di ottobre che dovrà eleggere il segretario abruzzese del partito. Nei giorni scorsi Coletti ha mandato un sms a molti suoi sostenitori per convocare una riunione (probabilmente domani) per discutere di congresso e tesseramento.
È l’esordio probabile di una nuova corrente: Coletti in questi mesi è stato un avversario della teoria del rinnovamento generazionale e ai suoi non manca di sottolineare il fallimento della giovane classe dirigente abruzzese e la necessità di rimarcare l’identità cattolica nel Pd per riconquistare il consenso al centro. Così nel Pd si pensa che partirà da Coletti l’attacco alla segreteria di Silvio Paolucci (sul quale il partito sembra coeso al di là delle divisioni sui nomi nazionali), per appoggiare probabilmente il sulmonese Antonio Iannamorelli.
Discorso a parte merita Michele Fina, anche lui potenziale candidato alla segretaria regionale. Il segretario aquilano, vicino a Franceschini e reduce dalla recente assemblea del Lingotto a Torino («Dobbiamo rimuovere le macerie dal partito e dal paese» è stato il suo grido) potrebbe abbracciare la mozione Sergio Chiamparino, se il sindaco di Torino deciderà di candidarsi.