Abruzzo, sulla Zes unica parte il Piano strategico Decisivo vertice con Meloni 

Ieri a Roma incontro alla presenza di Magnacca (Regione) e Caruso (Provincia) La premier: «Vogliamo che il Sud sia il luogo ideale per le aziende che investono»

La Zes divide, la Zes unisce. Prima una diaspora senza esclusione di colpi con proteste per i tagli agli sconti fiscali per l’Abruzzo (il credito di imposta per le grandi imprese è passato dal 15% al 2,65%), ora una convergenza più o meno generalizzata sul nuovo Piano strategico della Zona economica speciale. Tutto nella mattinata di ieri. È passato da poco mezzogiorno quando il deputato di Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli – sottolineando che «in Abruzzo il bacino di Penne è prosciugato e l'invaso di Chiauci, che esaurirà l'acqua entro metà agosto, attualmente fornisce acqua per 1.000 litri al secondo per agricoltura e uso civile» – chiede a gran voce alla premier Giorgia Meloni di convocare immediatamente il Consiglio dei Ministri per dichiarare lo stato di crisi climatica. Poco dopo nella sala verde di palazzo Chigi, a Roma, si tiene la riunione alla quale partecipano il Governo, le Regioni, l’Anci e l’Upi per l’approvazione delle linee strategiche della Zes del Mezzogiorno presieduta dalla stessa Meloni. «L'obiettivo strategico che ci poniamo», sottolinea la presidente del Consiglio, «è rendere il Sud un luogo dove sia conveniente investire. Ed è un'occasione alla nostra portata, perché la Zes unica del Mezzogiorno sarà la più grande zona economica speciale in Europa per numero di abitanti e supererà il primato della Polonia, che pure costituisce una buona pratica a livello internazionale».
l’abruzzo a roma
Per l’Abruzzo sono presenti l’assessore allo Sviluppo economico, Tiziana Magnacca, accompagnata da Stefano Cianciotta, rappresentante tecnico della Regione nella cabina di regia e il vicepresidente nazionale di Upi (Unione province italiane), Angelo Caruso, presidente della Provincia dell'Aquila. Sono nove le filiere produttive individuate dal tavolo nazionale, per l’Abruzzo si punterà in particolare sulle tecnologie di innovazione: green tech, biotech e digitale.
«Le linee strategiche del piano della Zes Mezzogiorno», commenta al termine della riunione l’assessore Magnacca, «esprimono una visione politica che rimette proprio il Mezzogiorno al centro dell’attenzione del Governo, quale area strategica per lo sviluppo socio economico dell’intero sistema Paese. In questo contesto è emerso il ruolo da protagonista dell’Abruzzo».
«La Zes unica è un'opportunità per il Mezzogiorno, ed è per questo centrale il ruolo degli enti locali», dichiara Caruso, «il Piano strategico approvato oggi è frutto di un lungo confronto tra Governo, Regioni, Province, Comuni e forze economiche e sociali. Ovviamente, non tutto è stato risolto, ma il Ministro Fitto ci ha dichiarato la disponibilità del Governo a proseguire il dialogo per trovare soluzioni alle questioni ancora aperte. Cogliamo positivamente il fatto che nel piano strategico è stato rafforzato il coinvolgimento degli enti locali in tutto il percorso di attuazione del Piano».
CONFINDUSTRIA
«Valutiamo positivamente la struttura e i contenuti del Piano strategico sulla ZES Unica presentato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro Raffaele Fitto». Così il vice presidente di Confindustria per le Politiche strategiche e lo sviluppo del mezzogiorno, Natale Mazzuca. «In particolare, condividiamo l’individuazione delle filiere da rafforzare – con i relativi settori prioritari – e delle tecnologie da promuovere. Tra le prime l’agroindustria, il turismo, l’elettronica-ICT, l’automotive, il Made in Italy di qualità, la chimica e farmaceutica, la navale e cantieristica e l’aerospazio. Le tecnologie da promuovere richiamano invece in larga parte le indicazioni del Regolamento europeo Step, includendo digitale, cleantech e biotech». «Su questo, nell’ambito del costruttivo confronto avviato col Governo, c’è un’ampia convergenza rispetto ai contributi che abbiamo fornito nei mesi scorsi alla Struttura di Missione», osserva il vice presidente, che sottolinea come sia «molto rilevante» anche il focus dedicato agli investimenti infrastrutturali. Senza entrare nel dettaglio dei progetti, il Piano fornisce un chiaro indirizzo sulle priorità di intervento dei prossimi anni a valere sulle risorse disponibili, Pnrr e Fondi di coesione in primis, nella consapevolezza che il divario infrastrutturale rappresenta uno dei principali gap per l’economia e l’industria meridionali».
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