«Abusi edilizi allo stabilimento» Sotto sequestro Gente di mare
Blitz della Capitaneria di porto: transennati sia il locale bar che la concessione verso la spiaggia Il balneatore Padovano: «Chiederò subito il dissequestro, spero di poter riaprire a metà aprile»
MONTESILVANO. Sigilli per lo stabilimento balneare Gente di mare di Montesilvano. Ieri mattina gli uomini della guardia costiera hanno sequestrato la concessione balneare di Villa Verrocchio, gestita dal noto balneatore Nino Padovano, per presunti abusi di cui non sono stati forniti altri dettagli. Il blitz è avvenuto nel corso della mattinata quando il personale della Capitaneria di porto ha raggiunto il lido, all’altezza di via Maremma, e lo ha transennato completamente con il nastro bianco e rosso. Le transenne hanno riguardato l’intera struttura, avvolgendo sia il locale dedicato al bar che affaccia sulla riviera, sia la porzione laterale che ospita il ristorante, sia la zona più a sud della concessione coperta dai gazebo e dove nel periodo estivo vengono collocati tavolini e sedie al servizio del bar e del ristorante. Sul cancello dello stabilimento è stato affisso anche un cartello in cui si legge “area sottoposta a sequestro penale”. Proprio per via delle transenne, ben visibili anche transitando sul lungomare in auto, la notizia del sequestro dello stabilimento ha fatto presto il giro di Montesilvano, allarmando i clienti. Gente di mare, oltre ad essere uno dei lidi più longevi della città per via del carattere allegro del suo titolare, è anche una delle concessioni più frequentate. A questo si aggiunge che, da sempre, Padovano è tra i primi balneatori a riaprire il proprio stabilimento all’inizio di aprile. Eppure quest’anno, chi frequenta il lido abitualmente, rischia di vedere slittare la riapertura dell’attività di ristorazione, proprio a causa del sequestro.
A dirsi ottimista, però, è lo stesso balneatore. «Ho già dato mandato al mio legale, l’avvocato Mirco D’Alicandro», spiega Padovano, «che presenterà tutta la documentazione per chiedere il dissequestro dello stabilimento. Spero di riaprire già entro la metà di aprile». Il balneatore rivela poi di aver ricevuto molte chiamate dai clienti allarmati dai sigilli che hanno temuto di dover rinunciare al loro ombrellone per la stagione estiva. Ma lui si dice certo che questo non avverrà. Sulle ragioni del sequestro, però, Padovano preferisce non fornire ulteriori elementi proprio perché c’è un’indagine in corso.
Non è la prima volta che a Montesilvano scattano i sigilli agli stabilimenti balneari. Nel luglio del 2022 un altro balneatore aveva dovuto fare i conti con il sequestro di una porzione della struttura. Contrariamente ad oggi, però, il sequestro era avvenuto in piena stagione balneare. In quel caso a intervenire erano stati gli uomini del Reparto operativo aeronavale della finanza di Pescara che avevano denunciato il titolare e il gestore dell’attività di ristorazione, in concorso, di innovazioni non autorizzate e abusi edilizi su aree del demanio marittimo sottoposte a vincolo sismico e paesaggistico.
A dirsi ottimista, però, è lo stesso balneatore. «Ho già dato mandato al mio legale, l’avvocato Mirco D’Alicandro», spiega Padovano, «che presenterà tutta la documentazione per chiedere il dissequestro dello stabilimento. Spero di riaprire già entro la metà di aprile». Il balneatore rivela poi di aver ricevuto molte chiamate dai clienti allarmati dai sigilli che hanno temuto di dover rinunciare al loro ombrellone per la stagione estiva. Ma lui si dice certo che questo non avverrà. Sulle ragioni del sequestro, però, Padovano preferisce non fornire ulteriori elementi proprio perché c’è un’indagine in corso.
Non è la prima volta che a Montesilvano scattano i sigilli agli stabilimenti balneari. Nel luglio del 2022 un altro balneatore aveva dovuto fare i conti con il sequestro di una porzione della struttura. Contrariamente ad oggi, però, il sequestro era avvenuto in piena stagione balneare. In quel caso a intervenire erano stati gli uomini del Reparto operativo aeronavale della finanza di Pescara che avevano denunciato il titolare e il gestore dell’attività di ristorazione, in concorso, di innovazioni non autorizzate e abusi edilizi su aree del demanio marittimo sottoposte a vincolo sismico e paesaggistico.