ABRUZZO
Accordo tra Regione e Trenitalia, il prezzo dei biglietti aumenterà
La giunta delibera il nuovo contratto decennale da 686 milioni con la società di trasporti
L’AQUILA. Dieci anni di rincari. Il costo dei biglietti dei treni in Abruzzo aumenterà senza soluzione di continuità a partire da dicembre del prossimo anno fino al 2033. Per lavoratori e studenti pendolari significa in pratica un aggravio di spesa del 35%. Lo stabilisce il nuovo contratto di servizio decennale offerto da Trenitalia all’Abruzzo approvato durante l’ultima giunta regionale prima della scadenza fissata al 30 novembre prossimo.
La Regione dovrà pagare oltre 686 milioni di euro per rinnovare l’accordo e in cambio otterrà la garanzia del trasporto pubblico su rotaie lungo le direttrici Pescara-Roma; Ancona-Pescara-Termoli; Giulianova-Teramo; L’Aquila-Sulmona e Avezzano-Cassino, per un totale di 4.115.983 chilometri/treno, che dal 2027 saranno incrementati di 50mila km/treno; 72.550 ore di percorrenza; 51.995 collegamenti e 1.017.958.793 posti treno l’anno.
Trenitalia inoltre metterà in campo cinque nuovi treni Etr, quindi ad alta velocità, con un cofinanziamento regionale pari a 28,77 milioni di euro. Ma gli extra da pagare ricadranno sulle spalle dei viaggiatori attraverso l’adeguamento delle tariffe con l’aumento del costo dei biglietti che sarà del 15% nel 2025 e poi di un ulteriore 5% a cadenza biennale fino al termine del contratto, cioè il 2033.
Ciascun pendolare abruzzese che ha scelto di viaggiare in treno può farsi i conti in tasca incrementando del 35% la spesa attuale del biglietto oppure dell’abbonamento che acquista.
IL DOCUMENTO
Il passaggio chiave che fa scattare il caro-biglietti1 è in una delle 259 pagine del nuovo e articolato contratto che abbiamo potuto visionare.
Lo riportiamo testualmente di seguito: «La Regione stabilisce che le tariffe dei servizi sono incrementate del 15% a decorrere dal 1° gennaio 2025, con prevendita degli abbonamenti al 25 dicembre 2024. E del 5%, oltre all’adeguamento al tasso di inflazione programmata, a decorrere dal 1° gennaio degli anni 2027 – 2029 – 2031 - 2033, con prevendita degli abbonamenti al 25 dicembre dell’anno precedente. Le tariffe dei servizi sono inoltre adeguate al tasso di inflazione programmata a decorrere dal 1° gennaio degli anni 2024 - 2026 - 2027 – 2028 – 2029 –2030 – 2031 – 2032 e 2033».
Infine: «Tali incrementi ed adeguamenti sono paritetici per le tariffe regionali, con applicazione sovraregionale e integrate e sono automaticamente applicati da Trenitalia, salvo deliberazione contraria da parte della Regione».
AUMENTI E RISPARMI
L’accordo approvato in giunta sarà sottoscritto dalle parti, con firma digitale, a metà della settimana che sta per cominciare. Non ci saranno quindi incontri al vertice ma tutto verrà sbrigato in poco tempo nonostante che la cifra in gioco sia con molti zeri.
Il contratto in scadenza venne stipulato nel 2015 e ha comportato una spesa media annuale di 53 milioni di euro esclusa l’Iva. Il nuovo accordo implica maggiori oneri a carico anche del bilancio della Regione, la cui entità rispetto è la seguente: più 4,29 milioni di euro per le annualità 2024-2025 e più ulteriori 7,52 milioni a partire dal 2026.
Parliamo quindi di 57 milioni l’anno che saliranno ulteriormente a 64 milioni per un totale, Iva inclusa, che si avvicina molto ai 700 milioni. La Regione, dal canto suo, dopo un lungo braccio di ferro con Trenitalia, è comunque riuscita a risparmiare 30 milioni di euro sul prezzo iniziale dell’accordo.
COLPA DI COVID E GUERRE
Le motivazioni connesse ai maggiori costi per la Regione «sono da ricondurre alla diffusione globale del Covid-19 ad inizio 2020 e ai conflitti internazionali che hanno modificato radicalmente i possibili scenari produttivi, economici e sociali, nazionali ed internazionali sia di breve che di lungo periodo». Così si legge sulle pagine dell’accordo.
E ancora: «Gli effetti della pandemia e del conflitto si sono tradotti in una sensibile riduzione dei passeggeri trasportati, con conseguenti minori ricavi da traffico, che nel 2023 si attestano ancora al di sotto del 2019, con effetti negativi sull’andamento dei parametri macro-economici, sui costi del carburante, dell’energia e delle materie prime».
In questo contesto, è stato predisposto dalle parti un nuovo Piano economico finanziario (Pef) ma, come si diceva poco prima, la Regione è stata capace di contenere il maggiore onere finanziario a proprio carico, riuscendo a fare abbassare di due punti l’utile netto preteso da Trenitalia, infine fissato al 5,86%, contro il 7,50 richiesto all’inizio. Che si traduce in circa tre milioni di euro risparmiati ogni anno, fino al 2033. Solo per i viaggiatori non ci saranno sconti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La Regione dovrà pagare oltre 686 milioni di euro per rinnovare l’accordo e in cambio otterrà la garanzia del trasporto pubblico su rotaie lungo le direttrici Pescara-Roma; Ancona-Pescara-Termoli; Giulianova-Teramo; L’Aquila-Sulmona e Avezzano-Cassino, per un totale di 4.115.983 chilometri/treno, che dal 2027 saranno incrementati di 50mila km/treno; 72.550 ore di percorrenza; 51.995 collegamenti e 1.017.958.793 posti treno l’anno.
Trenitalia inoltre metterà in campo cinque nuovi treni Etr, quindi ad alta velocità, con un cofinanziamento regionale pari a 28,77 milioni di euro. Ma gli extra da pagare ricadranno sulle spalle dei viaggiatori attraverso l’adeguamento delle tariffe con l’aumento del costo dei biglietti che sarà del 15% nel 2025 e poi di un ulteriore 5% a cadenza biennale fino al termine del contratto, cioè il 2033.
Ciascun pendolare abruzzese che ha scelto di viaggiare in treno può farsi i conti in tasca incrementando del 35% la spesa attuale del biglietto oppure dell’abbonamento che acquista.
IL DOCUMENTO
Il passaggio chiave che fa scattare il caro-biglietti1 è in una delle 259 pagine del nuovo e articolato contratto che abbiamo potuto visionare.
Lo riportiamo testualmente di seguito: «La Regione stabilisce che le tariffe dei servizi sono incrementate del 15% a decorrere dal 1° gennaio 2025, con prevendita degli abbonamenti al 25 dicembre 2024. E del 5%, oltre all’adeguamento al tasso di inflazione programmata, a decorrere dal 1° gennaio degli anni 2027 – 2029 – 2031 - 2033, con prevendita degli abbonamenti al 25 dicembre dell’anno precedente. Le tariffe dei servizi sono inoltre adeguate al tasso di inflazione programmata a decorrere dal 1° gennaio degli anni 2024 - 2026 - 2027 – 2028 – 2029 –2030 – 2031 – 2032 e 2033».
Infine: «Tali incrementi ed adeguamenti sono paritetici per le tariffe regionali, con applicazione sovraregionale e integrate e sono automaticamente applicati da Trenitalia, salvo deliberazione contraria da parte della Regione».
AUMENTI E RISPARMI
L’accordo approvato in giunta sarà sottoscritto dalle parti, con firma digitale, a metà della settimana che sta per cominciare. Non ci saranno quindi incontri al vertice ma tutto verrà sbrigato in poco tempo nonostante che la cifra in gioco sia con molti zeri.
Il contratto in scadenza venne stipulato nel 2015 e ha comportato una spesa media annuale di 53 milioni di euro esclusa l’Iva. Il nuovo accordo implica maggiori oneri a carico anche del bilancio della Regione, la cui entità rispetto è la seguente: più 4,29 milioni di euro per le annualità 2024-2025 e più ulteriori 7,52 milioni a partire dal 2026.
Parliamo quindi di 57 milioni l’anno che saliranno ulteriormente a 64 milioni per un totale, Iva inclusa, che si avvicina molto ai 700 milioni. La Regione, dal canto suo, dopo un lungo braccio di ferro con Trenitalia, è comunque riuscita a risparmiare 30 milioni di euro sul prezzo iniziale dell’accordo.
COLPA DI COVID E GUERRE
Le motivazioni connesse ai maggiori costi per la Regione «sono da ricondurre alla diffusione globale del Covid-19 ad inizio 2020 e ai conflitti internazionali che hanno modificato radicalmente i possibili scenari produttivi, economici e sociali, nazionali ed internazionali sia di breve che di lungo periodo». Così si legge sulle pagine dell’accordo.
E ancora: «Gli effetti della pandemia e del conflitto si sono tradotti in una sensibile riduzione dei passeggeri trasportati, con conseguenti minori ricavi da traffico, che nel 2023 si attestano ancora al di sotto del 2019, con effetti negativi sull’andamento dei parametri macro-economici, sui costi del carburante, dell’energia e delle materie prime».
In questo contesto, è stato predisposto dalle parti un nuovo Piano economico finanziario (Pef) ma, come si diceva poco prima, la Regione è stata capace di contenere il maggiore onere finanziario a proprio carico, riuscendo a fare abbassare di due punti l’utile netto preteso da Trenitalia, infine fissato al 5,86%, contro il 7,50 richiesto all’inizio. Che si traduce in circa tre milioni di euro risparmiati ogni anno, fino al 2033. Solo per i viaggiatori non ci saranno sconti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA